"Rifondare il sistema sanitario prima che sia troppo tardi"

E’ il quadro emerso durante l’assemblea dei delegati della Cgil Toscana all’auditorium del Centro Rogers di Scandicci

Un momento dell'incontro sulla sanità a Scandicci

Un momento dell'incontro sulla sanità a Scandicci

Scandicci 15 marzo 2024 - Un sistema sanitario da rifondare. E’ il quadro emerso durante l’assemblea dei delegati della Cgil Toscana, questa mattina all’auditorium del Centro Rogers di Scandicci.

Una iniziativa dedicata alla discussione sulla situazione della sanità, dal livello dei servizi offerti ai cittadini fino alla condizione di chi ci lavora.

«La qualità dei servizi – ha detto Paola Galgani della segreteria Toscana di Cgil – è la garanzia di un diritto fondamentale della cittadinanza, cioè il diritto alla salute, e parte dall’aumentare e qualificare il personale pubblico. Per fare questo, alla sanità servono due cose: accrescere le risorse del Fondo sanitario nazionale e lavorare a una riorganizzazione del sistema toscano. Il sistema sanitario toscano resta con indici di qualità superiori a tante altre Regioni e come uno dei sistemi a più marcata impronta pubblica, e proprio per questo è tra le Regioni più penalizzate dalla mancanza di un adeguato finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale da parte del Governo. Il punto centrale è qui. Senza un adeguato finanziamento nazionale, gli interventi regionali sono insufficienti».

All’iniziativa sono intervenuti anche Eugenio Giani (Presidente Regione Toscana), Rosy Bindi, Christian Perniciano (Responsabile Politiche fiscali, economia e finanze della Cgil nazionale), Daniela Barbaresi (Segreteria Cgil nazionale).

A Scandicci c’era anche Nino Cartabellotta, presidente Fondazione GIMBE, che ha spiegato: «L’imponente sotto-finanziamento, la carenza di personale sanitario, i modelli organizzativi obsoleti e l’inevitabile avanzata del privato hanno eroso progressivamente il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare nelle Regioni del Sud e per le fasce socio-economiche più deboli. I princìpi fondamentali del SSN universalità, uguaglianza, equità, sono stati traditi e oggi troneggiano altre parole chiave: interminabili tempi di attesa, pronto soccorsi affollatissimi, diseguaglianze di accesso alle prestazioni sanitarie, migrazione sanitaria, aumento della spesa privata sino alla rinuncia alle cure».

«Ventuno sistemi sanitari regionali non fanno un sistema sanitario nazionale – ha detto Rosy Bindi ex ministro dalla Salute dal ’96 al 2000 – chi sbandiera la possibilità di autonomia differenziata in questo momento non si rende conto, o forse si rende fin troppo conto, che questo sarà o rischia di essere il colpo finale. E’ assolutamente indispensabile assicurare finanziamenti adeguati. Mancano circa 20 miliardi, nessuno li chiede tutti insieme, ma progressivamente di anno in anno vanno aumentati».