
Eloisa de Angelis, ristoratrice
Livorno, 14 febbraio 2021 - La crisi per gli effetti del covid tocca tutti , ma tra le categorie più colpite c’è senz’altro quella dei ristoratori. Che oggi, giorno di San Valentino, hanno perso un'ulteriore possibilità di recuperare un po’ di fatturato per il passaggio della Toscana da giallo ad arancione. Un passaggio contestato perché la situazione sanitaria dei ricoveri in ospedali è sotto controllo e, a parte alcuni focolai, i contagi non sono a livello preoccupante. Ma per cambiare le regole occorre un intervento a livello nazionale e chissà se il nuovo governo Draghi, appena insediato, lo farà.
Eloisa de Angelis ha 46 anni, due figlie di 6 mesi e 16 anni. È abituata a combattere e a guadagnarsi da vivere adattandosi a fare qualunque lavoro. Come dice lei stessa "ho tanti mestieri in mano, non ho paura così del futuro, me la caverò in qualche modo perché la mia famiglia mi ha insegnato il valore e l’importanza del lavoro e ho fatto tesoro di questo insegnamento. Perciò, pur costretta a chiudere il mio ristorante Heart Meat in via Provinciale Pisana qui a Livorno, che avevo aperto il 28 novembre 2018, mi rimboccherò di nuovo le maniche per ricominciare da capo".
Questa è la testimonianza di Eloisa, originaria di Roma, livornese di adozione da venti anni. La sua storia ci è stata segnalata perché emblematica di questi momenti così drammatici per l’epidemia da coronavirus che sta scuotendo fino alle fondamenta il sistema economico e sociale in ogni territorio, incluso il nostro ovviamente, costringendo tante categorie di lavoratori all’inattività forzata a suon di dpcm governativi emanati per contenere la diffusione del virus.
Tra i più colpiti ci siete voi ristoratori. Hai aperto poco piu di due anni fa il tuo ristorante, quando?
"Il 28 novembre 2018. Ho preso in affitto un fondo in via Provinciale Pisana, l’ho ristrutturato per 50 posti a sedere. Stavo pensando anche di aprirci una macelleria e una gastronomia perché dopo i primi mesi l’attività aveva preso a girare discretamente. Con il mio ex socio eravamo intenzionati anche a fare assunzioni. Poi dal marzo 2020 la catastrofe del coronavirus".
Ti sei potuta organizzare con i pranzi o l’asporto? L’estate scorsa come è andata?
"No, non l'ho fatto perché il mio è un ristorante esclusivamente serale e l’asporto non può permettermi di andare avanti e coprire le spese che corrono ogni mese come l’affitto del fondo a 850 euro al mese. E l’estate 2020 ho lavorato poco perché i livornesi si trasferiscono sul mare logicamente dove cenano anche. Ho speso inoltre un mucchio di soldi per adeguarmi alle prescrizioni anti-covid, ma con tutte le chiusure imposte non è servito a nulla".
Come è andata con i ristori statali?
"Male. Ho ricevuto tra 4 e 5 mila euro in tutto dal marzo 2020 a oggi. Elemosina insufficiente".
Che stato d’animo hai a questo punto?
"Mi sento tradita dallo Stato e dalla classe politica che non hanno cognizione della realtà e del mondo del lavoro e dei suoi bisogni in questo frangente così terribile. Questa situazione, vedere l’Italia ridotta così in macerie, mi spezza il cuore".
Monica Dolciotti