Dopo la tragedia di Genova. La mappa dei ponti sotto sorveglianza

Le perizie sul viadotto di Riomaggiore

Il ponte in località Campetrone, nel comune di Riomaggiore, che si erge sopra il torrente

Il ponte in località Campetrone, nel comune di Riomaggiore, che si erge sopra il torrente

Riomaggiore (La Spezia), 17 agosto 2018 -   Nel febbraio del 2005 l’altolà all’uso del campo sportivo di Riomaggiore bersagliato dai calcinacci che piovevano dal viadotto di Campertone – 308 metri di lunghezza – parte integrante della Litoranea per le Cinque Terre.

Nel giugno del 2008, l’annuncio da parte del Parco nazionale delle Cinque Terre, ancora visibile in rete: «Il grande viadotto sarà abbattuto non appena sarà realizzata la strada a mezza costa, grazie ai fondi Fas a cui ci aggiungerà un contributo del ministero dell’ambiente per un totale di 3,1 milioni di euro». 16 agosto 2018: il viadotto è sempre lì, della strada a mezza costa nemmeno un tracciato; dopo la catastrofe del crollo del ponte Morandi di Genova cresce l’ansia degli abitanti delle Cinque Terre che ogni giorno attraversano il viadotto che sovrasta il torrente Finale e si domandano, alla luce di allarmi e annunci pregressi, quale siano situazione reale e prospettive aperte. Abbiamo girato i quesiti al Servizio Viabilità della Provincia; la risposta si ancora all’ultima perizia agli atti, risalente all’aprile del 2017, a firma dell’ingegner Matteo Ceravolo, che suona così: «Non si ravvisano evidenze che possano comportare la necessità di provvedimenti di limitazione di esercizio precauzionali e urgenti».

Cioè a dire: nessun problema di stabilità. Poi, però, la puntualizzazione, del dirigente Gianni Benvenuto: «Purtuttavia, la natura speditiva delle indagini e le condizioni di degrado superficiale presente hanno indotto la Provincia a prevedere un’ulteriore verifica entro la fine dell’anno 2018, nonché prime opere di manutenzione straordinaria, anche queste da avviare prima della conclusione del 2018». Della serie: il ponte sorvegliato speciale, lavori alle porte. Quanto meno a fronte dell’aspetto superficiale, capace di alimentare dubbi e paure: il calcestruzzo che avvolge piloni, travi e soletta è, qua e là, mancante; in brutt’evidenza, tondini di ferro arrugginiti. Ma, stando alla perizia, come detto, nessun problema di stabilità. Intanto dell’idea del Parco di abbattere il viadotto e realizzare una viabilità alternativa si sono perse le tracce: nessun progetto agli atti della Provincia. Questione di crollo, ma di un sistema quello che ruotava attorno al presidente Franco del Parco Bonanini, da metà luglio in carcere per espiare la pena conseguente alla condanna per associazione per delinquere, truffa, falso, calunnia e violenza privata. 

Corrado Ricci