Forte dei Marmi 17 dicembre 2022 - Mentre eravamo in viaggio sul pullman che dall’aeroporto di Spalato ci portava a Medjugorje si siede al mio fianco Paolo Brosio. “Ho convinto Sinisa, domani sarà con noi”. La notizia dell’arrivo di Mihajlovic ce la tenemmo segreta noi due e lnon la dicemmo agli altri partecipanti al pellegrinaggio.
Mihajlovic e il legame con la Versilia
Sinisa arrivò il mattino dopo con un volo privato da Milano che atterrò a Mostar. Era felice come noi, testimoni di un fatto che elettrizzò tutti gli abitanti della zona delle apparizioni mariane in Bosnia.
Non sapevamo ancora che quella visita avrebbe cambiato la vita di Mihajlovic che proprio lì ebbe una folgorazione. Lui, ortodosso, diventò un devoto della Madonna di Medjugorje verso la quale rivolgeva le sue preghiere ogni giorno e alla quale si è raccomandato sino all’ultimo.
Ma torniamo a quella giornata del maggio 2009 che fu indimenticabile per tutti noi. Era un pellegrinaggio delle Olimpiadi del cuore, la onlus con sede in Versilia che Paolo Brosio ha fondato ed opera tutt’ora a sostegno di chi ha bisogno. L’ultimo progetto è partito in queste settimane ed è il primo pronto soccorso a Medjugorje.
Tredici anni fa invece era in pieno svolgimento la realizzazione del progetto “Nonni e nipoti”: la realizzazione di una bellissima struttura comunicante in cui gli anziani abbandonati e poi ricoverati e assistiti lì vestono i panni dei nonni per qualche ora al giorno per far giocare gli orfani maschi e femmine che avevano perso tutti gli affetti più cari durante la guerra dei Balcani e che la straordinaria suor Kornelya con le altre religiose ha accolto e fatto crescere.
Quel conflitto sanguinoso e assurdo aveva condizionato negativamente la vita anche di Sinisa. “E’ la prima volta che vengo a Medjugorje – ci disse – ma volevo visitare questi luoghi da tempo. Io sono arrivato in Italia che ero stavo diventando un campione ma ero giovanissimo. Poi è scoppiata la guerra: mio padre serbo, mia madre croata e cattolica. Le nostre famiglie si trovarono su due sponde diverse e i miei parenti mi invitarono caldamente a non tornare fino a che il conflitto non fosse concluso. Sono nato a Vukovar una città devastata dal conflitto che ha seminato morte e distruzione”.
Ma si vedeva che Sinisa quel giorno era felice. La gente lo riconosceva per strada, lo fermava, chiedeva autografi. Lui per i popoli dell’ex Jugoslavia, indistintamente, è stato un campione di calcio che per popolarità era paragonabile a Platini e Maradona.
Poi la scalata con i pellegrini sul Podbordo, il monte delle apparizioni, le foto davanti alla croce blu e nel pomeriggio il saluto a Mirjana, la veggente che ci fece partecipare a un’apparizione. Il resto lo ha raccontato la figlia Viktoria qualche tempo fa: “Papà rimase folgorato dal pellegrinaggio in Bosnia. Mi disse che è stato un viaggio indimenticabile. Quando era lì incontrò la veggente Miriana e piangeva senza un motivo apparente, era emozionatissimo anche se non riusciva a capirne il motivo. Profondamente credente, pregava soprattutto la sera prima di andare a dormire e al polso ha sempre avuto il braccialetto di Medjugorje”.
Sinisa aiutò concretamente la realizzazione del progetto di suor Kornelya che lo abbracciò commossa. Il pomeriggio andammo tutti all’orfanotrofio e ci fu l’incontro con le religiose e quei bellissimi bambini e bambine. Sinisa giocò e parlò a lungo con loro. Disse che adorava i bimbi e aiutava un orfanotrofio serbo a Novi Sad. Era un generoso che da quel momento è stato sempre a fianco di Paolo Brosio e dell’attività delle Olimpiadi del cuore insieme alla moglie Arianna convinta anche lei della bontà di quei progetti umanitari. Non mancavano mai con le figlie Viktoria e Virginia alle’iniziative mondane e benefiche delle Olimpiadi del cuore che hanno raccolto tantissimi fondi per i bisognosi. L’ultima presenza nell’estate 2021 a Forte dei Marmi.
“Piango un grande uomo e un amico vero – dice tra le lacrime Paolo Brosio – e ho pregato intensamente per lui soprattutto in questi ultimi giorni quando sapevo che le condizioni erano peggiorate. Ho voluto scrivere la sua storia nei miei libri con interviste che hanno fatto capire a tutti il grandissimo spessore umano di questa persona buona e disponibile. In una sola parola eccezionale. Anche mia mamma Anna è sconvolta. Era molto affezionata a lui e alla sua famiglia”.
La storia di Sinisa, la sua gioventù, i successi del campione di calcio ma anche i dolori della guerra dei Balcani che ha diviso la sua famiglia e poi il coraggio di affrontare la malattia furono temi al centro di una bellissima e commovente intervista che Paolo Brosio realizzò con Sinisa sul palco di villa Bertelli per l’edizione 2021 delle Olimpiadi del cuore.
Il pubblico era molto emozionato e applaudì a lungo. Sinisa non diceva mai di no a Paolo Brosio, anche quando ha combattuto da guerriero contro la malattia. Nel febbraio prossimo una delegazione delle Olimpiadi del cuore guidata da Paolo Brosio sarà a Medjugorje per vedere lo stato dei lavori per il primo soccorso. Doveva partecipare anche Sinisa. Ora lui ci guarderà dal Cielo. E aiuterà ancora chi ha bisogno.