L’urlo del Parco di San Rossore per Darsena Europa. "Un progetto con troppe criticità"

Pesanti osservazioni nel report inviato al governo: "Manca una qualsiasi valutazione socio economica". Legambiente rincara: "Possibili danni alle spiagge, rischi gravi per il prezioso e delicato habitat marino"

Porto di Livorno e Darsena Europa

Porto di Livorno e Darsena Europa

Pisa, 16 marzo 2023 – Darsena Europa, il nuovo mega porto di Livorno da circa 520 milioni di euro, trova un grosso “scoglio“ nel Parco di San Rossore e di Legambiente Toscana. Implacabili le osservazioni che il 4 marzo sono state mandate al Ministero dell’ambiente e dell’energia e alla Regione Toscana.

"Si riscontrano nel complesso dello studio una serie di criticità - scrivono gli uffici del Parco – di impostazione, di metodo, e di analisi, che non rendono possibili valutazioni adeguate e pertinenti con la portata del progetto proposto". Legambiente non ci va leggera e ribadisce con 12 osservazioni che vanno "dai possibili danni alle spiagge della costa pisana, al rischio di perdita di funzionalità del canale Scolmatore all’insufficiente monitoraggio, ai gravi rischi per il prezioso e delicato ambiente marino, alla balneabilità delle acque, all’innalzamento del livello del mare".

Le criticità evidenziate dal Parco sono numerose e riguardano le praterie di alga posidonia (le foreste del mare), la pinna nobilis (un bivalve che rischia l’estinzione), le specie aliene che verrebbero portate dalle mega navi oceaniche porta container e conseguenze non previste o prevedibili con certezza sulla pesca.

Manca inoltre una qualsiasi valutazione socio economica del progetto. Come se non bastasse, si evidenzia che i monitoraggi previsti per il mega porto labronico, sono inadeguati per quantità e per aree coperte.

Si rileva anzitutto che il piano di monitoraggio - continua il report del Parco – , sia quello conoscitivo alla base del progetto che quello pianificato per le fasi pre, durante e post opera, si concentra quasi esclusivamente sulle aree interessate dal progetto stesso, trascurando tutti i possibili campionamenti in aree circostanti e di riferimento, che presentano anche carattere di "aree sensibili".

Legambiente fa notare altresì: ""È previsto un "sabbiodotto" come opera di "compensazione ambientale" degli effetti erosivi, che preleverebbe la sabbia accumulata in prossimità della foce del Canale Scolmatore e la trasferirebbe a nord per ripascere la spiaggia per circa 2,5 Km. A proposito di tale opera, si osserva che sono necessarie integrazioni agli studi in quanto: la sabbia verrebbe prelevata dalla foce dello Scolmatore nel quale confluisce il canale del Bientina le cui acque presentano valori di Pfas (sostanze perfluoro alchiliche) e benzopirene ben superiori ai limiti di legge. Le acque presso la foce presentano da anni il divieto di balneazione; tutto questo potrebbe compromettere la balneabilità anche del litorale oggetto del ripascimento".

Carlo Venturini