Lavoro: in Toscana mancano gli specializzati in ambito digitale e tecnologico

Sono 32mila le figure che si trovano con molta fatica tra i ‘professionisti dell’innovazione’. I più introvabili? I tecnici meccanici

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Firenze, 7 maggio 2024 – Mancano in Toscana i lavoratori specializzati in ambito digitale e tecnologico: sono 32mila le figure di “difficile reperimento” tra i «professionisti dell'innovazione”, pari al 48,5% sul totale delle assunzioni previste ed al +4,5% rispetto al dato nazionale.

È quanto emerge dal focus sulla nostra regione all'interno della ricerca 'Capitale umano e transizione tecnologica. L'innovazione di competenze che serve alle imprese’, basata sulla banca dati Unioncamere Excelsior, illustrata in occasione della presentazione della 15esima edizione del Festival del lavoro in programma a Firenze, alla Fortezza da Basso, dal 16 al 18 maggio.

I più introvabili? I tecnici meccanici (1.690 assunzioni di cui 1.230 di difficile reperimento), i tecnici programmatori (910 irreperibili) e i disegnatori industriali (820).

Le imprese toscane cercano professionalità “altamente innovative” in misura inferiore alla media nazionale. Le competenze digitali, su 100 assunzioni programmate, sono un requisito nel 58,6% dei casi contro il 63,4% nazionale; 46% anziché 50,6% per quelle matematiche e informatiche, scarto più ridotto (34,7% invece di 37,1%) per l'uso di tecnologie 4.0. “Un dato - spiegano dalla Fondazione dei consulenti per il lavoro - che può essere in parte ricondotto alle specifiche caratteristiche del tessuto produttivo regionale, che presenta alcune criticità sotto il profilo dell'innovazione digitale e tecnologica”.

Su 100 assunzioni previste, del resto, solo il 13,5% riguarda profili ad elevata specializzazione o tecnici, contro una media nazionale del 18,6%. "C'è un disallineamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro - commenta il presidente del consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca -. Dobbiamo orientare al meglio i nostri ragazzi verso il raggiungimento di qualifiche più spendibili”. “Il tema dell'orientamento è fondamentale - conferma Marco Pierini, prorettore al trasferimento tecnologico dell'Università di Firenze -. Uno studente, indipendentemente dalla scelta del corso di laurea, deve capire quali competenze le aziende richiedono. E poi c'è la questione della formazione continua: non si può pensare di uscire dall'Università con competenze che bastano per lavorare tutta la vita”.