Influenza, si teme il secondo picco. Giorni di assalto alla guardia medica

La curva dei contagi scende, ma lentamente. E la riapertura delle scuole alle porte preoccupa i sanitari I più colpiti sono i bambini: 40 casi ogni mille. "Per ora la diffusione è abbastanza limitata fra gli anziani"

Firenze, 7 gennaio 2023 - Il picco influenzale è alle spalle. In parte questo rassicura. Ma la curva dei contagi non scende in picchiata. E’ stata l’ondata più forte dal 2009, secondo quanto indica l’osservatorio dell’Istituto superiore di sanità InfluNet che ogni settimana presenta i risultati nazionali e regionali relativi alla sorveglianza epidemiologica delle sindromi simil influenzali. Quindi i casi di influenza sono ancora numerosissimi. Sebbene la chiusura delle scuole abbia contribuito a rallentare la diffusione nei bambini e nei ragazzi, i più colpiti sono ancora i bambini al di sotto dei cinque anni di età in cui l’incidenza in Toscana è pari a 40 casi per mille assistiti. Il contagio in questo periodo è stato principalmente intrafamiliare, con i ritrovi per cenoni e pranzi.

Elisabetta Alti
Elisabetta Alti

"Per ora è limitata la diffusione negli anziani che sono anche i più vaccinati – spiega Elisabetta Alti, medico di famiglia e direttore del dipartimento di Medicina generale dell’Asl Toscana centro – E speriamo che continui così perché il virus AH3N2 si presenta con una sintomatologia abbastanza aggressiva: febbre molto alta per alcuni giorni, tosse secca che va avanti anche per tre settimane, dolori diffusi e grande spossatezza". Per uscirne serve pazienza, senza abusare di antibiotici: "A meno che non ci sia una sovrinfezione batterica non servono e anzi sono dannosi perché alimentano l’antibiotico reistenza, un fenomeno sempre più vasto e rischioso". Il fai-da-te è assolutamente da sconsigliare. E’ sempre il medico a dover valutare la necessità di una cura antibiotica. I medici di famiglia hanno registrato la flessione di casi, anche se purtroppo in questa atagione oltre ai ceppi influenzali più diffusi circolano tantissimi virus respiratori, oltre a quelli gastrointestinali, non meno fastidiosi. Di nuovo, con il ponte dell’Epifania, e l’assenza dei medici di famiglia, si è registrato il consueto assalto alla guardia medica. "Purtroppo in alcune zone in particolare, ci sono medici di continuità assistenziale che hanno dovuto far fronte anche a 150 chiamate al giorno", spiega Alti. Le richieste? Problemi per sitomi influenzali ma anche certificati e ricette.

"I medici di famiglia che erano reperibili la mattina di giovedì hanno passato mezza giornata a prescrivere farmaci a chi si era dimenticato di farlo prima", dice Elisabetta Alti. "Hanno ricominciato a chiederci anche vaccini contro il Covid, evidentemente la situazione della Cina desta un certo allarme nella popolazione". Aumento di accessi anche ai pronto soccorso dove per ora non sono state segnalate però situazioni preoccupanti. Anche se mancano ancora due giorni, si spera che i reparti siano in grado di dimettere ricoverati e quindi liberare posti letto che permettono al sistema di funzionale senza creare il tappo di stazionamenti di persone in barella in attesa di essere trasferiti nelle degenze.

Cosa ci si aspetta? C’è un punto interrogativo che riguarda proprio la riapertura delle scuole, lunedì. "Non sarebbe la prima volta che dopo un primo picco influenzale, registrato stavolta molto in anticipo rispetto alle stagioni precedenti, la diffusione riparta e si arrivi a un secondo picco a metà febbraio", spiega Paolo Bonanni, professore di Igiene all’Università di Firenze.

Preservare gli anziani e i fragili dal contagio è un dovere morale perché questo ceppo influenzale molto aggressivo per loro potrebbe essere molto perigioso da attraversare. Quindi l’utilizzo di mascherine potrebbe essere un utile contributo igienico, soprattutto al chiuso e nei luoghi affollati, per spezzare la catena del contagio.