
L'operazione dei carabineri
Pisa, 31 maggio - Un imprenditore edile di 46 anni, residente in provincia di Pisa, è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il provvedimento è stato eseguito oggi dai carabinieri del nucleo investigativo pisano, su delega dei colleghi di Messina dando attuazione a una decisione del tribunale del riesame messinese, su ricorso della procura distrettuale che aveva chiesto, senza ottenerlo, l'arresto già nei mesi scorsi. Lo ha reso noto l'Arma.
L'indagine condotta in Sicilia, secondo quanto riferito in una nota degli inquirenti, riguarda l’infiltrazione di esponenti di un clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) nell’ambito del superbonus edilizio e che, il 3 dicembre scorso, aveva già consentito l’esecuzione di una misura cautelare in carcere nei confronti di due siciliani accusati "di associazione mafiosa e trasferimento fraudolento dei beni aggravato dalle finalità mafiose poiché ritenuti membri" del clan barcellonese. Secondo gli inquirenti, l'imprenditore aveva proposto "un vero e proprio accordo con un importante esponente della consorteria barcellonese, attualmente detenuto in carcere, per favorire la sua società 'pulita' ed economicamente attrezzata per rilevare il credito fiscale connesso al superbonus": il clan aveva il compito di reperire nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto gli immobili dove eseguire i lavori e l'imprenditore restituiva parte dei profitti ottenuti ai mafiosi assicurando l’affidamento di subappalti in favore di ditte riconducibili o comunque contigue al clan.
Gli investigatori avrebbero documentato nel Pisano anche un incontro tra l'imprenditore e due mafiosi per individuare gli immobili sui quali realizzare gli interventi edilizi tra Barcellona Pozzo di Gotto, Pace del Mela, Furnari, Terme Vigliatore e Milazzo e assicurare ai siciliani provvigioni piuttosto alte sulle somme incassate trasferendo i soldi attraverso accrediti per non ben chiarite prestazioni d’opera. A loro volta i clan segnalavano all'imprenditore le ditte a loro gradite per i subappalti, ricevendo sistematicamente anche da queste la corresponsione di quote percentuali sui profitti.