CIRO
Cronaca

Il potere di anguille e capitoni. E nel nostro futuro ci sono le alghe

Questi pesci contengono massime quantità di acidi grassi Omega-3 e della grande alleata vitamina D

Questi pesci contengono massime quantità di acidi grassi Omega-3 e della grande alleata vitamina D

Questi pesci contengono massime quantità di acidi grassi Omega-3 e della grande alleata vitamina D

Ciro Vestita

Tutti conoscono la data: 7 ottobre 1571. La battaglia di Lepanto segnò la fine delle ambizioni espansionistiche dell’Impero Ottomano nel Mediterraneo. Duecento navi turche vennero annientate dalla flotta ispano-veneziana, guidata da Marcantonio Colonna sotto la benedizione di Papa Pio V. Pochi, però, sanno che i meriti di quella vittoria storica furono, in un certo senso, “botanici”.

Le due flotte si affrontarono con navi leggere e agili, le galee: imbarcazioni lunghe 40 metri e larghe 5, spinte dalla forza di duecento galeotti incatenati ai remi nella stiva. La battaglia fu violentissima, ma ben presto le navi ottomane iniziarono a cedere, quasi a sciogliersi come neve al sole. Il motivo? La straordinaria qualità del legno veneziano.

Le galee della Serenissima erano gioielli di ingegneria navale, costruite con i migliori legni che la natura potesse offrire. Le navi ottomane, al contrario, erano costruite con legni più “fatui” come pioppi e betulle, da maestri d’ascia che non possedevano la perizia e l’esperienza secolare di quelli veneziani.

Ma perché si arrivò a un conflitto così aspro? La causa principale fu la pirateria turca che imperversava nel Mediterraneo. A soffrirne più di tutti erano i veneziani, che vedevano i corsari ottomani depredare le loro riserve di pesca fin sotto il naso, in particolare gli allevamenti di vongole e anguille di Chioggia, alimenti fondamentali nella dieta della Serenissima.

E proprio da quelle acque, un tempo contese, arrivano oggi alcuni dei più preziosi alleati per la nostra salute. Se la moderna ittiocoltura di Chioggia è oggi orientata soprattutto verso eccellenti frutti di mare, il mercato delle anguille è purtroppo in crisi. È un gran peccato, perché difficilmente sulle nostre tavole compaiono questi pesci, che sono un vero e proprio tesoro nutrizionale.

Anguille e capitoni rappresentano in assoluto la miglior fonte di acidi grassi Omega-3 e di vitamina D, così importante per contrastare l’osteoporosi in età avanzata. C’è un dettaglio fondamentale: la vitamina D assunta con questi alimenti si deposita nel fegato, creando una riserva. Sarebbe quindi sufficiente consumare anguille un paio di volte a settimana, magari alternandole con le alici, per soddisfare il nostro fabbisogno a un costo molto contenuto.

Ma c’è un’altra risorsa dell’alto Adriatico che, nei prossimi anni, potrebbe rivelarsi un vero e proprio salvavita: le alghe edibili. Salicornia, Nori, Kombu sono solo alcuni esempi di vegetali marini con cui preparare piatti originali e salutari. Se è vero che tra pochi decenni il pesce rischia di scomparire dalle nostre tavole a causa della pesca indiscriminata, a salvarci potrebbero essere proprio le alghe, ricchissime di nutrienti e minerali, in particolare lo iodio, fondamentale per la salute della nostra tiroide. Ancora una volta, il mare e la “botanica” ci offrono le chiavi non solo per comprendere il passato, ma anche per costruire un futuro più sano.