
La spiaggetta a fianco dell’approdo dell’isola di Grorgona
Isola di Gorgona (Livorno), 15 giugno 2025 – “Questo non è solo un ottimo vino. Non ci sono solo i profumi e i sapori di questa isola fantastica nel cuore del Mediterraneo. In questo bicchiere ci sono le storie di uomini che, con impegno e fatica, cercano un riscatto pagando il conto dei loro errori passati. In questo vino c’è la speranza. Ed è l’ingrediente migliore”.
Lamberto Frescobaldi stappa a Gorgona la prima bottiglia della vendemmia 2024 del vigneto più piccolo della famiglia, che produce vino in Toscana da settecento anni, e che annovera tenute storiche come CastelGiocondo, Nipozzano, Pomino, Calimaia, Rémole e detiene la guida di Ornellaia a Bolgheri. Una bottiglai del vino Gorgona è stata inviata anche a Papa Leone XIV.
Il vigneto più piccolo (2,3 ettari), con una produzione di nicchia di 9mila bottiglie di bianco (Vermentino e Ansonica), ma doppiamente prezioso, sia per le caratteristiche del prodotto che beneficia di un microclima con inverni miti ed estati non troppo calde grazie alle brezze marine, sia per il valore sociale. Tutti i detenuti che lavorano in vigna e in cantina sono retribuiti da Frescobaldi con il contratto nazionale e acquisiscono una professionalità tale che, quando hanno terminato di scontare la pena, trovano facilmente lavoro all’esterno. Alcuni sono assunti dalla Marchesi Frescobaldi, altri trovano impiego anche in zone diverse d’Italia. La recidiva del carcere di Gorgona è molto bassa. “Questo è comunque un carcere – spiega il direttore dell’istituto di pena Giuseppe Renna – ci sono regole precise e non si può derogare. Ma l’attività all’aperto in agricoltura riesce a dare a queste persone una formazione tecnica e, la cosa più importante, il rispetto per i lavoro. Faticare per ottenere un risultato, con impegno e dedizione, è una scuola di vita fondamentale. Qui non si fa solo vino, si ricostruiscono delle persone”.
E infatti basta vedere i volti dei ragazzi impegnati in questi giorni nella cura del vigneto: facce segnate dal sole e anche dal lavoro, ma ’pulite’, sguardi che non si nascondono. Ognuno ha le sue storie alle spalle, però l’isola di Gorgona e il vino (che i detenuti non possono bere, come stabilisce il regolamento del carcere), sta restituendo dignità e voglia di ricominciare.
“La prima vendemmia è stata nel 2012 – racconta Lamberto Frescobaldi – una piccola scommessa, perché non era scontato produrre il vino su quest’isola e con i detenuti. Però il progetto, era ed è bellissimo: la Marchesi Frescobaldi è fiera di aver investito tempo e risorse a Gorgona”. E ora il vino di Gorgona, davvero ottimo con profumi agrumati, rosmarino, salvia ed elicriso e una sapidità e freschezza prolungata al palato, che lo rendono ideale per una degustazione estiva, è anche un magnifico biglietto da visita per presentare ’il saper fare’ della Toscana e di Frescobaldi al mercato internazionale, con tour di giornalisti e acquirenti e anche di istituzioni come l’ambasciatore della Corea del Sud (paese che apprezza i nostri prodotti). Un progetto che andrà avanti parecchio: la convenzione con il Ministero (presente il sottosegretario Andrea Del Mastro), è stata prolungata fino al 2049.