
ll sopralluogo di Giani nelle zone colpite dal maltempo
Firenze, 26 maggio 2023 – I sindaci dell’alto Mugello, Giampaolo Buti (Firenzuola), Tommaso Triberti (Marradi) e Gian Piero Moschetti (Palazzuolo sul Senio), territori colpiti dal maltempo dei giorni scorsi che ha provocato frane e disagi, hanno atteso l’ufficialità per la firma sul decreto di urgenza per le calamità del Consiglio dei ministri. Il via libera è arrivato da Palazzo Chigi ieri sera (esclusa una porzione del Comune di San Godenzo). Soddisfatto per l’obiettivo raggiunto il presidente della Toscana Eugenio Giani impegnato da subito per il riconoscimento dell’emergenza nazionale (arriveranno intanto quattro milioni) e gli amministratori locali. «C’è stato il sopralluogo della Protezione civile nazionale - ha spiegato Buti - è venuto anche il viceministro Bignami che ha visto le frane». Per il sindaco Moschetti «il decreto è assolutamente necessario per tutto il sistema produttivo». Anche Rsu aziendali e Cgil si sono mobilitate per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità: «Ci sono seri disagi con numerose strade interrotte che stanno compromettendo la normale circolazione di lavoratori e merci verso i luoghi di lavoro e le aziende». In campo anche i parlamentari di FdI Simona Petrucci, Fabrizio Rossi e Paolo Marcheschi.
Firenze, 26 maggio 2023 – «Ho appena telefonato al ministro Musumeci per ringraziarlo a nome di tutta la Toscana del riconoscimento dell’Alto Mugello tra le zone colpite dal maltempo del terribile maggio. E’ un segnale molto significativo che denota la giusta attenzione che arriva da Roma. I tre Comuni stanno vivendo giorni particolarmente difficili a causa di un sistema franoso esteso: da ora potranno godere delle risorse speciali messe a disposizione dal governo".
Il presidente toscano Eugenio Giani non aveva dubbi, ma la notizia è arrivata intorno alle 20 di ieri sera. La conferma gli dà particolarmente conforto.
Presidente Giani, la decisione del governo Meloni emersa dalla riunione del Consiglio dei ministri è un abbraccio a Palazzuolo sul Senio, Marradi e Firenzuola.
"Una decisione molto importante aver incluso l’Alto Mugello tra i luoghi disastrati. Avremo risorse necessarie per poter intervenire con efficacia".
Quante frane sono state censite nell’Alto Mugello?
"Possiamo parlare di circa duecento frane. 180 sono state indicate con certezza, poi ci sono tanti altri avvallamenti. Per rendersi conto del disastro bisogna pensare che la carta geografica di quel territorio, caro a tutti i toscani e non solo, è stata modificata. La situazione toscana è di grande sofferenza: in questi comuni che possiamo definire di Romagna Toscana, ovvero oltre lo spartiacque appenninico- adriatico si lotta tutti i giorni per ridurre i disagi. Accanto hanno il popolo dei volontari e la Protezione civile della Toscana. In questi territori si possono contare complessivamente appunto circa 180 frane di media grandezza frutto dell’enorme quantità d’acqua che nel territorio pianeggiante della valle, in città come Faenza, Forlì, Cesena, Ravenna e in tanti comuni è ristagnata ma che nei monti ha invece provocato forti smottamenti deviando il corso delle strade, interrompendole, rendendo isolate molte frazioni e piccoli borghi".
I tre Comuni colpiti sono proprio luoghi di confine che condividono con l’Emilia Romagna la natura dei luoghi.
"Certo. Bisogna ricordare che il Lamone è lo stesso fiume quando percorre Marradi e quando allaga Faenza, e che fiumi come il Senio e il Santerno sono gli stessi nei comuni toscani di Palazzuolo e Firenzuola che quando generano esondazioni e alluvione nella valle del Reno. Le risorse nazionali saranno fondamentali per attivare l’azione di ripristino".
A proposito di danni, è difficile fare una stima adesso. Ma si può indicare un ordine di grandezza?
"Molto arduo adesso indicare una cifra o un’altra. Bisogna pensare che una stima approssimativa dei primi interventi più urgenti ci indica un danno tra i 70 e gli 80 milioni".
Che situazione ha trovato nel suo sopralluogo? Ci sono ancora zone isolate a una settimana dal disastro?
"Se intendiamo la mancanza di collegamenti via auto allora ci sono ancora frazioni nei tre Comuni che sono isolate, ma sono raggiungibili con altri mezzi o a piedi. Il problema maggiore che persiste è proprio il collegamento con tutte le frazioni dove vivono famiglie e lavorano imprese come ad esempio la ’Fiorentini’ di Piancaldoli a Firenzuola".
Le risorse per intervenire sul territorio ci saranno. Bisogna fare presto e bene quindi.
"Certo, presto e bene. Intervenire in questo territorio è particolarmente articolato. Per rifare 50 metri di strada crollata non ci si può limitare a quella porzione ma intervenire su un fronte di 500 metri e consolidarlo il doppio rispetto a prima".
Sarebbe necessario un commissario allora per dare la necessaria accelerazione ai lavori.
"Valuti il governo anche questo aspetto. Non sta a me dirlo. E’ sempre più agevole lavorare in regime di commissario per rendere i lavori più veloci snellendo la burocrazia. Meno tempo con la stessa sicurezza di fare bene gli interventi necessari. Il modello Piombino ce lo ha insegnato del resto. Magari si potesse fare riferimento sempre ad una strategia del genere".
L’unico aspetto positivo che emerge dal terribile maggio è che forse per la prima volta sono state messe da parte le polemiche e si lavora davvero tutti insieme.
"Ora non ci sono colori politici da difendere o bandierine da piantare. Di fronte a situazioni del genere bisogna operare tutti insieme nell’interesse dei cittadini. Io parlo e mi confronto spesso con gli altri governatori come Acquaroli e Bonaccini. La Toscana è presente con la sua rete di Protezione civile in tutto il territorio, ma 50 operatori sono anche a Conselice per dare una mano agli amici romagnoli".