LUIGI CAROPPO
Cronaca

I conti di Firenze Fiera: bando bis congelato per un tesoretto ridotto. Prima il taglio all’affitto

Il 2023 molto positivo. La ricapitalizzazione pubblica potrebbe essere spalmata in dieci anni . E il nuovo socio potrà portare meno dei 12 milioni. Sinergia Parma-Pitti (offerta da 4 milioni) e Milano (dote da 6 milioni)

Il presidente e amministratore delegato di Firenze Fiera, Lorenzo Becattini

Il presidente e amministratore delegato di Firenze Fiera, Lorenzo Becattini

Firenze, 15 dicembre 2023 – Anche se i conti del bilancio del 2023 sorridono e i soldi di ricapitalizzazione pubblica (sedici milioni) potrebbero essere spalmati in dieci anni (2030/2040), Firenze Fiera non rinuncia, dopo il primo bando non andato a buon fine, a cercare un partner privato. Anche se vorrà portare in dote meno, molto meno, dei dodici milioni richiesti.

Il nuovo bando sarà proposto nei primi mesi del 2024, si procederà con calma strategica andando a scollinare la metà del prossimo anno, quindi post elezioni amministrative. Di fatto la questione Firenze Fiera sarà congelata, quantomeno in questo aspetto, un po’ come avvenuto per la ’delicata’ quotazione in Borsa della Multiutility Toscana.

I concorrenti chi saranno? I soliti tre? O anche altri o meno del tris? Ipotesi tutte aperte. Finora si sono affacciate a Firenze Fiera l’accoppiata Fiere di Parma e Pitti Immagine (offerta nel primo bando da 4 milioni) e Fiera Milano (offerta nel primo bando da 6 milioni). La società che gestisce gli spazi espositivi e congressuali della Fortezza da Basso e del Palaffari potrebbe "accontentarsi" di un tesoretto più basso dei 12 milioni richiesti in prima battuta? "Lavoreremo in stretta sinergia con i nostri soci pubblici per individuare la strada migliore da percorrere" sottolinea il presidente e amministratore delegato di Firenze Fiera Lorenzo Becattini. Quindi dialogo continuo con Regione, Comune di Firenze e di Prato, Camera di Commercio di Firenze e Metrocittà, i principali soci pubblici.

A fronte di minori investimenti privati dovrebbero ridursi anche le prospettive operative di chi entra nel capitale: sì all’espressione della figura del manager "ad" e del direttore commerciale, mentre da verificare il peso nel consiglio di amministrazione e la gestione della filiera dei fornitori.

Firenze Fiera potrebbe chiedere anche una dote ridotta perché sta vedendo il sereno dopo anni particolarmente difficili, tanto da voler ridisegnare il piano industriale con i soci pubblici: l’anno in corso si chiuderà con ricavi addirittura migliori del pre Covid (oltre 18 milioni). Il piano (2023/2027) secondo la legge Madia è stato rispettato in pieno, si sottolinea dagli uffici della Fortezza da Basso, con un bilancio di fatto in pareggio.

Risultato raggiunto in particolare grazie all’attrattività del polo congressuale (tutto esaurito già per il 2024), ai successi della Mostra dell’Artigianato e di Didacta (edizione fiorentina e siciliana). Si apre in tempo stretti invece la trattativa per far abbassare ai proprietari (i soci pubblici principali) il canone annuo che dovrebbe salire per il prossimo anno a un milione e 800mila euro, ma c’è anche da pagare tasse e tariffa rifiuti e da tener conto della presenza dei cantieri. Per cui Firenze Fiera avvia una sua perizia sul canone d’affitto al fine di chiedere un forte sconto.

La consigliera regionale toscana di FdI Elisa Tozzi attacca: "Liberiamo Firenze Fiera dalla politica, con i manager di partito non si va lontano".