Ondata di caldo africano sulla Toscana con un’impennata della colonnina di mercurio sopra i 35 gradi. La morsa del caldo si abbatte sull’Italia per effetto dell’anticiclone subtropicale in arrivo. Per oggi viene confermato il codice arancione ma domani sarà una giornata da bollino rosso, come il colore del codice assegnato dal sistema operativo nazionale, coordinato dal ministero della Salute. È Firenze la città che tocca la vetta più alta del calore: domani previste temperature massime percepite fino a 35 gradi. L’ondata di calore che interesserà la Toscana almeno fino a domenica, ha già inciso sui tempi del lavoro, soprattutto per i settori produttivi più esposti: edilizia e agricoltura, ma pure per chi in questi giorni è ancora a scuola (studenti e insegnanti impegnati negli esami di maturità). Già scattato il protocollo delle regole per gestire l’attività lavorativa all’aperto, predisposto dalla Regione. E le imprese edili corrono ai ripari. Come? Rimodulando la giornata lavorativa: si va in cantiere alle 5,30, una breve pausa a metà mattina e poi al lavoro (sulle strade o sugli edifici da costruire) fino alle 14. Una road map che impatta sui livelli produttivi delle aziende che proprio in questa fase dell’anno stanno chiudendo i lavori assegnati. E in qualche caso, c’è la richiesta di cassa integrazione per le imprese che subiscono uno stop forzato proprio per le temperature elevate. Stesso schema anche in agricoltura: si va nei campi all’alba per poi interrompere intorno alle 13. Anche in questo caso l’effetto penalizza la stagione dei raccolti e incrocia il problema di sempre: la mancanza di manodopera.

Firenze, 25 giugno 2025 – Sarà un’estate caldissima, ma senza carenza di acqua. Grazie alle piogge abbondanti dei mesi scorsi, infatti, laghi e falde sono in gran parte ai massimi livelli di riempimento. A fare un punto è Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, che ha presieduto nei giorni scorsi Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici. «La fotografia del Distretto – ha detto - è confortante, grazie alle piogge dei mesi invernali e primaverili. I notevoli quantitativi di acqua caduti hanno consentito di ricaricare le falde e riempito i principali invasi. Benché le prime settimane di giugno siano trascorse senza precipitazioni significative, le riserve accumulate garantiranno, ragionevolmente, il fabbisogno per tutti gli utilizzi del territorio distrettuale. Tuttavia, si mantiene alta l’attenzione soprattutto perché le previsioni indicano temperature di gran lunga superiori alle medie degli ultimi venti anni.
Per esempio, giugno 2025 potrebbe essere secondo solo al 2003 e saranno scarsissime le precipitazioni sia a luglio che ad agosto». Sempre secondo l’Osservatorio, non dovrebbero «soffrire la sete» in Toscana né le persone, per gli usi domestici, né le attività produttive, dall’accoglienza turistica al comparto dell’agricoltura e del florovivaismo». L’invaso di Bilancino registra infatti circa 67 Mmc di acqua ed è al 96 % del volume invasabile. Anche la diga Montedoglio è a circa 129 Mmc nonostante l’inizio della stagione irrigua. Il lago di Massaciuccoli, sempre sotto osservazione, al momento non preoccupa e sono a circa il 90% gli invasi delle dighe di Levane e La Penna e le dighe dell’Enel in Lucchesia. Infine i fiumi e le acque superficiali non sembrano in sofferenza, nonostante l’incertezza legata al carattere torrentizio. «Da luglio, statisticamente, assisteremo alla naturale decrescita della risorsa – conclude Checcucci -. Per questo dobbiamo garantire investimenti su reti di interconnessione e reti secondarie, come nel caso di Montedoglio. Poter utilizzare l’acqua invasata, realizzando investimenti, consentirà di preservare i nostri tesoretti sotterranei a beneficio dell’ambiente».
Nelle scorse settimane i presidenti delle Regioni Toscana e Umbria hanno sottoscritto un patto per l’uso condiviso delle risorse idriche di Montedoglio, alla presenza delle Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale e Settentrionale, del Commissario straordinario nazionale per la risorsa idrica, di Anbi Toscana e Consorzio di Bonifica Alto Valdarno. L’accordo regola la distribuzione dell’acqua del Tevere in Valdichiana, Valtiberina e provincia di Arezzo.