Allarme Dia: "In Toscana rischio infiltrazioni criminalità organizzata"

Ecco quali sono i settori maggiormente interessati

La Dia in azione (Archivio)

La Dia in azione (Archivio)

Firenze, 1 ottobre 2022 – La crisi per mancanza di liquidità delle imprese toscane, specialmente nei settori turistico-alberghiero, manifatturiero, del commercio e della ristorazione, "lascia spazio di manovra alle organizzazioni criminali forti dell'elevata disponibilità economica che gli consente di operare in sostituzione o in aggiunta allo Stato sociale". E' quanto emerge dalla relazione della Dia relativa al secondo semestre 2021.

La Toscana "ha continuato a subire le conseguenze della crisi causata dalla pandemia da Covid 19", si legge nella relazione, che non esita a richiamare le parole dette all'inaugurazione dell'anno giudiziario dall'allora Procuratore generale della Corte d'appello di Firenze Marcello Viola, ora procuratore a Milano, che aveva denunciato "anche in Toscana l'esistenza di meccanismi di infiltrazione delle diverse mafie, altrettante pervasive di un virus, nei circuiti dell'economia legale e nel tessuto dell'economia locale con molteplici e diversificati investimenti" al solo fine di "riciclare denaro proveniente dalle più varie attività criminali".

Le indagini della Dia, anche nel secondo semestre 2021, "sembrano confermare la presenza e l'operatività di elementi contigui alle organizzazioni criminali mafiose i quali gestirebbero, talvolta in sinergia con soggetti autoctoni, numerose attività illecite con lo scopo di ottenere il massimo profitto nei settori di maggior interesse quali gli appalti pubblici, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, nonché il campo turistico alberghiero".

In Toscana "sembra confermata la rilevanza di esponenti legati a camorra e 'ndrangheta". Tra le mafie straniere, le compagini di etnia albanese continuerebbero a mantenere un ruolo primario in molte attività nel distretto del tessile abbigliamento che coinvolge l'hinterland fiorentino, in particolare Sesto e Campi Bisenzio, fino ad abbracciare la provincia di Prato e Pistoia.