Defibrillatore, ecco come si fa. L’esperto: “In caso di emergenza tutti possono usarlo”

“E’ obbligatoria la presenza dello strumento durante le attività sportive. E deve esserci anche personale formato”. Ma non tutte le società sportive sanno che devono comunicare di averlo

Luigi Vizia, istruttore pratese di Blsd, supporto delle funzioni vitali di base ed uso del defibrillatore

Luigi Vizia, istruttore pratese di Blsd, supporto delle funzioni vitali di base ed uso del defibrillatore

Firenze, 20 aprile 2024 – “La legge dice che durante le attività sportive, dilettantistiche e professionali, deve essere presente il defibrillatore, insieme a del personale formato. Stesso discorso per le pubbliche amministrazioni sopra i 15 dipendenti, con accesso al pubblico”. A parlare è Luigi Vizia, istruttore pratese di Blsd, supporto delle funzioni vitali di base ed uso del defibrillatore. Vizia fa parte delle società scientifiche Irc e American heart association. Ed è accreditato presso la Regione Toscana con l’associazione Nicco Testini ed Ermes.

È importante ribadire che, comunque, l’apparecchio può esser usato da tutti.

“Sì. Si tratta di uno strumento di libero uso dal 2021. Tutti, in caso di emergenza, possono usarne uno. Appena ci troviamo di fronte ad una persona che ha un malore, bisogna chiamare il 112. Saranno gli operatori a dirci dove si trova il defibrillatore più vicino ed a guidarci nelle operazioni di salvataggio. In questo senso, è fondamentale che chi ha un defibrillatore lo denunci. Molte società sportive invece non sono a conoscenza di questo adempimento. È invece fondamentale che il 118 abbia la mappa sempre aggiornata della presenza di questi apparecchi salvavita”.

In che modo funzionano?

“Per cominciare, bisogna premere un tasto o sollevare un coperchio. Appena acceso, il defibrillatore parla e ci spiega le operazioni da fare. Ci dice di posizionare delle piastre, gli elettrodi, sul torace e, a quel punto, la macchina riesce a dirci se la persona va defibrillata oppure no. Insomma, se va erogato lo shock o no. Se la risposta è sì, un bottone rosso lampeggia e l’apparecchio dice di erogare la scarica. Talvolta, emette anche un fischio. A quel punto, va premuto il bottone stando lontani dal paziente, facendo massima attenzione a non toccarlo. Ci sono addirittura dei defibrillatori moderni che, una volta posizionate le piastre, danno automaticamente la scarica, se necessario, senza pigiare il bottone”.

La rapidità è tutto.

“La sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto che passa senza effettuare un massaggio cardiaco. L’uso immediato del defibrillatore può triplicare le probabilità di farcela. Per questo è importante avere tanti defibrillatori. Arezzo ne ha un migliaio. E infatti vanta una sopravvivenza in caso di arresto cardiaco al 40%. La prima città in questo senso è Piacenza, la più cardio-protetta d’Italia. Lì infatti il tasso di sopravvivenza è del 65%”.

Ricapitolando, cosa fare quando una persona ha un malore?

“Bisogna chiamare il 112, utilizzare il defibrillatore secondo le istruzioni della macchina e la guida dell’operatore ed iniziare subito il massaggio cardiaco, con una mano al centro del torace e l’altra sovrapposta. Bisogna fare compressioni toraciche in attesa dei soccorsi”.

Un’evoluzione degli apparecchi?

“A breve ognuno di noi potrà acquistare un defibrillatore monouso, da portare sempre con sé. Noi abbiamo già il trainer da far provare”.