Chiarire cosa ha causato la morte: ancora 90 giorni per la verità

Autopsia su Mattia Giani a Ponte a Egola: il medico legale dovrà chiarire le cause del decesso. Inchiesta per omicidio colposo aperta, focus sul defibrillatore. Proposta di legge per diffondere la cardio-formazione.

Chiarire cosa ha causato la morte: ancora  90 giorni per la verità

Chiarire cosa ha causato la morte: ancora 90 giorni per la verità

Ieri è stata effettuata l’autopsia su Mattia Giani. La relazione dell’esame, eseguito dal medico legale Beatrice Defraia all’istituto di medicina legale di Firenze, sarà depositata in Procura tra 90 giorni e dovrà chiarire le cause del decesso del giocatore. Il pm Giuseppe Ledda, che sul decesso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ha dato il via libera per la restituzione della salma ai familiari. Lo stesso pm, nell’ambito dell’inchiesta, ha disposto l’acquisizione del defibrillatore, delle cartelle cliniche e dei certificati medico sportivi. Proprio dal dispositivo salvavita potrebbero emergere importanti elementi. In particolare dalla ’scatola nera’ all’interno del defibrillatore, che una volta acceso registra ogni tipo di movimento, comprese le voci delle persone che hanno soccorso. Intanto sulla vicenda di Mattia Giani interviene il deputato e capogruppo della commissione scuola e istruzione di FdI Alessandro Amorese. "Dobbiamo a Mattia, e a tutte le vittime che hanno subìto la stessa terribile sorte, come cittadini e legislatori, fornire strumenti che rappresentino il passaggio dall’attuale cardio-protezione ad una capillare diffusione della cardio-formazione", scrive Amorese. "Si tratta di un passo fondamentale che può portare a salvare la vita durante un’emergenza - prosegue -, poiché assicura di non sprecare tempo prezioso, anche un solo minuto, necessario per sopravvivere in attesa dell’intervento del personale sanitario. La possibilità che ognuno di noi conosca azioni e manovre di primo soccorso, così quanto la conoscenza dell’uso del defibrillatore, deve essere garantita". "La cardio-formazione, che deve essere più strettamente legata alla cardio-protezione, rappresenta una svolta - conclude - A poco serve una fornitura di strumenti salva vita a disposizione se non si sanno utilizzare. C’è una proposta di legge, di cui sono stato primo firmatario, affinché questa possibilità divenga realtà".

C. B.