Si era finto morto ed era stato ritrovato naufrago nel mar Tirreno: Davide Pecorelli condannato a 4 anni

L’imprenditore del settore beauty, ed ex arbitro della sezione Aia di Arezzo, è stato condannato per incendio doloso, violazione dei confini nazionali albanesi da clandestino e ostacolo al raggiungimento della verità

Davide Pecorelli 

Davide Pecorelli 

Arezzo, 3 aprile 2024 – Il tribunale di Puke, in Albania, ha condannato a 4 anni Davide Pecorelli, 49 anni di San Giustino ( Perugia), imprenditore del settore beauty ed ex arbitro della sezione Aia di Arezzo, per incendio doloso, violazione dei confini nazionali albanesi da clandestino e ostacolo al raggiungimento della verità.

Assolto per vilipendio di cadavere e truffa. La procura di Puke aveva chiesto otto anni. Il 49enne, come ripercorso in aula, è al centro di una vicenda complicata. In Albania si era dato per morto carbonizzato ma poi era ricomparso in Italia, come presunto naufrago nel mare Tirreno, e raccontò una storia romanzesca di caccia ad un presunto tesoro in stile conte di Montecristo.

Invece, stando a quanto ricostruito durante le indagini, l'uomo nel gennaio 2021 avrebbe dato fuoco ad un'auto da lui noleggiata in Albania, al cui interno fece ritrovare resti di ossa umane per simulare il proprio decesso. Alla base ci sarebbe una storia di debiti e conti non saldati che ne hanno fatto un imprenditore in fuga per farsi dimenticare. Per i reati di cui era accusato in Albania era stato sottoposto ad arresto provvisorio in Italia.

L'Albania ha già chiesto la sua estradizione ma, accogliendo l'istanza dei legali difensori Andrea Castori e Massimo Brazzi, la corte di appello di Perugia ha rinviato alla fine di maggio l'udienza nella quale verrà trattato il caso. 

Intanto in una nota il collegio difensivo di Davide Pecorelli, avvocati Andrea Castori e Massimo Brazzi, riferisce che oggi «il Tribunale di Scutari - I^ Sezione Penale, giudice Arber Cela, ha ritenuto insussistenti alcune gravi ipotesi di reato ascritte all'estradando e ritenute le attenuanti per il risarcimento del danno, nonché per la particolare condizione psicologica al momento del fatto, ha emesso la sentenza di condanna alla pena di anni 4 di reclusione che, a discrezione del giudice, potrà essere condizionalmente sospesa o convertita in lavori socialmente utili».

Così «la severa richiesta del pubblico ministero, pari a 12 anni di reclusione - precisano gli avvocati difensori nella nota -, non ha trovato riscontro nella sentenza inflitta e pertanto la procedura di estradizione non sarebbe più sorretta dalla misura cautelare». I legali ricordano che «Pecorelli si è laureato nel mese di luglio 2023 in Ingegneria ed ha già superato brillantemente l'esame scritto del concorso per insegnante, apprestandosi ad ultimare il percorso con l'esame orale», inoltre nel dicembre 2023 «si è unito in matrimonio con la compagna albanese Jonida». «L'udienza innanzi alla corte d'appello di Perugia per decidere la richiesta di estradizione del signor Pecorelli è fissata per il 28 maggio 2024 - concludono - e però, allo stato, non pare eseguibile».