Niccolò Ciatti, processo in Spagna. I familiari: "Assassini"

Tensione alla prima udienza del processo per l'uccisione di Niccolò. I genitori del ragazzo sono esplosi quando sono entrati gli imputati, Bissoultanov e Magomadov

Girona (Spagna), 30 maggio 2022 - ​ "Assassini". La rabbia della famiglia Ciatti esplode all'ingresso degli imputati al tribunale di Girona. Luigi Ciatti e la moglie Cinzia esplodono, dopo quasi cinque anni di attesa per un processo in cui chiedono giustizia per loro figlio Niccolò ammazzato in discoteca, nel 2017,  a Lloret de Mar.

Sono stati attimi di tensione: mentre i genitori cercavano di avvicinare gli imputati, urlando "avete ucciso nostro figlio", la polizia è intervenuta per evitare contatti. Gli imputati, Rassoul Bissoultanov e Movsar Magomadov, imperturbabili, sono entrati dentro il palazzo di giustizia. Oggi è la prima udienza. Sentiti anche gli amici di Niccolò che erano con lui quella sera nel locale St Trop. 

Il padre di Niccolò: "Spero nella massima pena possibile per i due imputati"

"Sono arrivati in versione bravi ragazzi", ha affermato Luigi Ciatti, riferendosi ai due imputati "ma sono degli attori impressionanti". Secondo diversi media, la polizia è intervenuta per evitare un contatto fisico tra gli accusati e la famiglia di Niccolò. Il padre del 22enne fiorentino dice di attendersi che il tribunale spagnolo condanni i due "alla massima pena" possibile. "Non deve passare l'idea che mio figlio fosse un attaccabrighe - ha aggiunto -. Parliamo di un ragazzino che era in vacanza e voleva solo divertirsi".

La difesa di Bissoultanov

La difesa di Rassoul Bissoultanov, ceceno con cittadinanza russa accusato di omicidio per la morte di Niccolò Ciatti chiede che il sospetto sia condannato in Spagna per omicidio preterintenzionale e non per omicidio doloso, come sostiene invece la procura. È quanto emerge dallo scritto presentato al Tribunale provinciale di Girona dal legale Carles Monguilod, che rappresenta Bissoultanov. La tesi della difesa è che il calcio in faccia che risultò fatale a Ciatti non gli fu dato dall'accusato con l'intenzione di ucciderlo. Per questo, la pena massima che si potrebbe infliggere non dovrebbe superare i 4 anni di carcere. Una versione dei fatti che cozza con quella proposta dall'accusa, secondo i quali, invece, Bissoultanov uccise il 22enne fiorentino intenzionalmente. Il pm chiede una pena da 24 anni di carcere e nove di libertà vigilata.

Gli amici chiamati a testimoniare

Nel pomeriggio sono stati sentiti come testimoni gli amici di Niccolò Ciatti. Secondo quanto spiegato all'Ansa da Agnese Usai, legale italiana della famiglia Ciatti, sono chiamati a dare la loro versione dei fatti al Tribunale provinciale di Girona i quattro ragazzi presenti sul luogo del delitto insieme a Niccolò e altri due che si trovavano in vacanza con loro nella località spagnola, pur non essendo presenti sul posto quando il loro amico morì. I genitori di Ciatti, Cinzia Azzolina e Luigi Ciatti, sono convocati per prestare dichiarazioni di fronte a giudice e giuria popolare, martedì alle 12. "È un'attesa snervante", dice il padre Luigi.

Nardella: "Capisco la rabbia del padre"

"Capisco la rabbia di Luigi. Niccolò, suo figlio, è stato ucciso brutalmente cinque anni fa in una discoteca a Lloret del Mar. Questa lunga ed estenuante attesa di giustizia è una vera e propria tortura psicologica ed emotiva per qualsiasi genitore che perde il proprio figlio lontano da casa e in circostanze così drammatiche". Lo ha detto il sindaco Dario Nardella in merito alla rabbia manifestata da Luigi Ciatti, padre di Niccolò, prima di entrare in aula, all'apertura del processo in Spagna. "Conosco bene tutta la famiglia Ciatti e ammiro la loro compostezza e dignità - aggiunge Nardella - Per questo mi sento di ribadire a Luigi e alla sua famiglia tutta la mia vicinanza e quella dell'amministrazione che rappresento soprattutto in un momento come questo, nel quale anche lo sfogo è un sentimento umano comprensibile. Caro Luigi non mollare. La città e i fiorentini sono al tuo fianco. Il Paese è al tuo fianco in questa lunga traversata del deserto che alla fine, sono fiducioso, ci porterà giustizia e un po' di serenità".