Niccolò Ciatti, l’ora della giustizia: via al processo

Prima udienza a Girona. Alla sbarra il ceceno del calcio e un connazionale. Il giudice convoca subito gli amici della vittima

Firenze, 30 maggio 2022 - ​ Faccia a faccia con gli imputati. I familiari di Niccolò Ciatti nella stessa aula del tribunale di Girona dove, da stamani, si celebra il processo per l’omicidio di loro figlio. «La prima volta che li vediamo», dice babbo Luigi, già in Spagna per assistere all’inizio del dibattimento.

L’attesa è finita. Non è andata esattamente come a un certo punto, sembrava dovesse andare: un processo soltanto in Italia avrebbe offerto più garanzie, ma dopo quasi cinque anni dai tragici fatti di Lloret de Mar, non si può aspettare ancora. 

I ceceni Rassoul Bissoultanov e Movsar Magomadov sono alla sbarra anche in Spagna. L’accusa: aver cagionato la morte del 21enne commerciante di Scandicci, finito con un devastante calcio alla testa sulla pista della discoteca St Trop, nell’ultima sera della vacanza di Niccolò e del suo gruppo di amici. 

Ed è proprio da loro, dagli amici del 21enne, che oggi, all’Audienca Provincial di Girona (giudice Susana Perez Puerto) inizierà la sfilata dei testimoni. Si comincia con il ripercorrere i fatti di quell’alba del 12 agosto del 2017, quando la pista del locale di Lloret de Mar si svuotò per la violenza che si stava scatenando su uno dei tanti giovani che erano lì soltanto divertirsi. Poi, la ricostruzione di quelle ore proseguirà con i mossos d’esquadra che fermarono i tre ceceni (ma solo Bissoultanov resterà in carcere) sul lungomare della Rimini della Costa Brava, e con i periti. Domani, testimonieranno anche Luigi e Cinzia Ciatti, i genitori. 

Secondo i programmi del tribunale di Girona, già venerdì potrebbe essere il giorno del verdetto. Bissoultanov, accusato di omicidio, rischia fino a 24 anni di carcere. La celebrazione del dibattimento è legata alla sua presenza, perché, come abbiamo appreso dal caso Ciatti, in Spagna non è previsto il processo per contumacia. Ma con il doppio procedimento in corso (in Italia Bissoultanov rischia l’ergastolo, ma in presenza di un altro “giudicato“ il nostro paese potrebbe abdicare la giurisdizione), a questo punto all’imputato - come pure al suo connazionale - conviene andare incontro alla giustizia spagnola, più “light“. I suoi difensori, inoltre, nel tentativo di abbassare ulteriormente la potenziale pena, tenteranno di dimostrare che Bissoultanov, possente lottatore di Mma, una micidiale arte marziale che si combatte sul ring, non aveva intenzione di uccidere Niccolò. 

Negli ultimi mesi, il caso Ciatti è diventato un rocambolesco intrigo internazionale, con un braccio di ferro tra Italia e Spagna per procedere, e con alcune incredibili decisioni della nostra giustizia. Su tutte, quella di scarcerare Bissoultanov dopo la sua estradizione: il provvedimento, preso dalla corte d’assise di Roma presso cui è istruito il processo “italiano“, è stata clamorosamente annullata dalla Cassazione. Ma troppo tardi: perché il ceceno, una volta liberato, è tornato in Spagna, al riparo da nuovi mandati d’arresto internazionali come quello che aveva applicato la Germania prima di consegnarlo al nostro paese.