Omicidio di Niccolò Ciatti, scarcerato Bissoultanov, uno dei due accusati: era in Italia

E' stata la Corte d'Assise di Roma a disporre la scarcerazione del ceceno accusato dell'omicidio. Il padre di Niccolò: "Ci restano lacrime e rabbia". Nardella: "Sconcertato"

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 29 dicembre 2021 -  La corte di assise di Roma ha disposto la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, uno dei due ceceni accusati dell'omicidio di Niccolò Ciatti, il 22enne fiorentino pestato a morte l'11 agosto 2017 in una discoteca di Llorret de Mar in Spagna.

La notizia è stata resa nota dal padre di Niccolò, Luigi Ciatti, e confermata dal legale della famiglia, avvocato Agnese Usai.

I motivi della scarcerazione

La misura di custodia cautelare in carcere del ceceno è stata revocata dalla corte di assise di Roma il 22 dicembre scorso, in accoglimento di un'istanza presentata dalla difesa dell'uomo. Secondo quanto precisato nel provvedimento di revoca, la misura cautelare non poteva essere emessa perché Bissoultanov non si trovava in Italia al momento dell'emissione dell'ordinanza che disponeva il carcere nei sui confronti. La presenza dell'indagato sul territorio italiano al momento dell'emissione dell'ordinanza, viene spiegato dai giudici facendo anche riferimento ad alcune pronunce della Cassazione, è condizione di procedibilità nel caso di reati commessi all'estero nei confronti di un cittadino italiano. 

L'avvocato di Bissoultanov

Il legale di  Rassoul Bissoultanov, avvocato Francesco Gianzi, scrive: "La Corte di Assise ha ritenuto accoglibile l'istanza condividendo l'impostazione difensiva che la misura della custodia cautelare in carcere non poteva essere emessa mancando la condizione di procedibilità ex art. 10 c.p., relativa alla presenza dello straniero nel territorio dello Stato, atteso che Bissoultanov, al momento dell'emissione dell'ordinanza di misura cautelare in carcere non si trovava in Italia, essendo sul territorio dello Stato solamente successivaete all'emissione dell'ordinanza e cioè in sede di consegna in esecuzione del mandato di arresto europeo da parte dell'Autotità Giudiziatia tedesca, dove era detenuto a tal fine. Si ricorda che il Bissoultanov è stato detenuto oltre quattro anni in Spagna in attesa di giudizio e per oltre quattro mesi dagli arresti in Germania fino alla revoca della misura, e che è tuttora in attesa di celebrare il processo, che doveva essere celebrato in Spagna nel mese di novembre, e sospeso invece proprio in conseguenza del provvedimento emesso dall'Autorità Giudiziaria in Italia". 

Il dolore del padre di Niccolò

"Ci restano solo amarezza, tristezza, lacrime e rabbia, non riusciamo a dare un minimo di giustizia a Niccolò". Così Luigi Ciatti, il padre del 22enne Niccolò Ciatti, commenta la notizia della scarcerazione del ceceno Rassoul Bissoultanov. "Provo tanta rabbia - afferma ancora -, e poi non riesco a pensare a mia moglie, da questa storia non ne saremo mai usciti ma adesso è ancora peggio, siamo distrutti in tutto e per tutto. Non so perché ci meritiamo tutto questo". "L'unico appello che ci sentiamo di fare è al nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché possa darci supporto in questa lotta che stiamo facendo ma che ci vede sempre perdenti, affinché lui con la sua forza ci aiuti a dare giustizia a Niccolò".

Il sindaco Nardella: "Sono sconcertato"

“Ho appena appreso dai familiari di Niccolò Ciatti che uno dei presunti responsabili dell'omicidio sarebbe stato scarcerato dal giudice della Corte d'Assise della Capitale - dice il sindaco Dario Nardella -  Al momento non sono pervenute le motivazioni ai familiari, tuttavia questa notizia lascia davvero sconcertati e disorientati. Sono vicino alla famiglia Ciatti con la quale condivido la battaglia per una giustizia giusta e veloce contro gli assassini del ragazzo e auspico quantomeno una spiegazione esauriente dell’accaduto”.

Le reazioni

"Ho chiesto l'intervento della ministra Cartabia affinché sia fatta chiarezza al più presto sulla scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, detenuto nel carcere di Rebibbia perché in attesa del processo per omicidio volontario di Niccolò Ciatti, ucciso a botte mentre era in vacanza in Spagna nell'agosto 2017". Lo dichiara Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva. "Sono vicina ai familiari di Niccolò che non chiedono vendetta, ma giustizia, ed è proprio in nome dell'impegno che Italia Viva ha sempre portato avanti per una giustizia rapida e certa che chiediamo un coinvolgimento della Guardasigilli", conclude.

Cosimo Ferri, parlamentare di Italia Viva, commenta: "La scarcerazione del ceceno Rassoul Bissoultanov dimostra come la cooperazione internazionale in materia penale non sia stata efficace. L'estradizione del ceceno è stata una mera illusione e il Governo italiano avrebbe dovuto pretendere dal Governo spagnolo giustizia per la Famiglia Ciatti, che proprio nelle istituzioni ha sempre cercato risposte". Ferri chiede "al Presidente Draghi di intervenire chiedendo al Governo Spagnolo responsabilità e serietà di fronte ad un omicidio di un giovane italiano pestato senza alcun motivo in una discoteca - conclude - Purtroppo in sede d'indagini ci sono state molte lacune che sono state però colmate dai Ros dell'Arma dei carabinieri. Chiediamo da tempo giustizia e pene certe per la morte di Niccolò Ciatti".

Secondo la deputata Pd Rosa Di Giorgi "la vicenda della scarcerazione di uno degli aggressori di Niccolò Ciatti lascia sgomenti e increduli. Le leggi vanno ovviamente rispettate e cercheremo di capire quale cavillo procedurale ha permesso che questo accadesse. Certo l'impressione che viene fuori è quella di un pasticcio che addolora e lascia attoniti. Confidiamo che chi di dovere riesca a porvi rimedio per dare a Niccolò e alla sua famiglia quello che meritano: semplicemente giustizia. E lo stato italiano ha il dovere di assicurarla".

Così l'eurodeputata della Lega, Susanna Ceccardi: "La scarcerazione di Bissoultanov desta rabbia e sconcerto. Non c'è pace per la famiglia di Niccolò Ciatti, che era ormai sicura di poter affrontare l'imputato in un tribunale italiano. Adesso è di nuovo possibile che Bissoultanov lasci l'Italia e sia processato in contumacia. Sarebbe gravissimo. È comunque incredibile che, dopo quattro anni e mezzo, con le immagini di quel terribile calcio che non lasciano spazio a molti dubbi, la vicenda giudiziaria sia ancora a questo punto".

"La mia vicinanza e quella di Fratelli d'Italia alla famiglia Ciatti, costretta a subire l'ennesimo dolore con la scarcerazione del ceceno recluso per la brutale uccisione di Niccolò. Il governo intervenga con forza per garantire giustizia: i responsabili devono pagare". Lo scrive su Twitter, il deputato fiorentino e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, che annuncia anche un'interrogazione parlamentare sul caso.

Sandro Fallani, sindaco di Scandicci scrive su Facebook: "Ci sono sicuramente legittime procedure che autorizzano questa decisione che però risultano incomprensibili e poco accettabili alla famiglia, al senso comune di una città e di una comunità che dopo quasi quattro anni e mezzo attende solo che sia fatta finalmente giustizia".