STEFANO BROGIONI
Cronaca

Concorsi pilotati, un bis da Milano "Nuova" misura per il prof Carini

Trasferiti gli atti sulle cattedre "spartite" a urologia: "Gli accordi si sono concretizzati in Lombardia". E il secondo giudice ha riconfermato l’interdizione per dodici mesi del luminare di Careggi

Carini

Firenze, 30 agosto 2021 - Il filone dell’inchiesta sui presunti concorsi “accomodati” a urologia trasloca definitivamente a Milano. Ma il giudice del capoluogo l ombardo oltre a prendersi carico del fascicolo, ha ribadito anche le esigenze cautelari a carico di Marco Carini, uno dei professori di Careggi, luminare nella sua materia, accusato anche di essere parte del ‘’sistema’’ posto al vertice dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera. Carini resta dunque sospeso per 12 mesi (per metà già passati) dal ricoprire ruoli in commissioni concorsuali e per abilitazione scientifica nazionale. Il provvedimento, firmato dal gip milanese Anna Magelli, non intacca l’attività sanitaria e didattica, in linea con il principio già intrapreso dal precedente giudice fiorentino, Angelo Antonio Pezzuti. Ma la strada, dopo questo ulteriore pronunciamento, per Carini si mette in salita. Al “trasloco” a Milano di questo pezzetto di una vastissima inchiesta condotta dai pm Luca Tescaroli e Antonino Nastasi, si è arrivati dopo la decisione del tribunale del Riesame. Al Riesame si erano infatti rivolti sia il rettore dell’ateneo di Firenze Luigi Dei, che lo stesso Carini, nella speranza di vedere annullata l’ordinanza che aveva portato alle misure interdittive, della rispettiva durata di cinque e dodici mesi. Ma i giudici hanno sostanzialmente confermato l’impianto del provvedimento, con unica eccezione la competenza riguardante le contestazioni a Carini. Secondo quanto accertato in mesi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, carpite attraverso il trojan , l’urologia rappresenterebbe un micromondo a parte nel più vasto panorama dei concorsi di medicina, e, contrariamente al resto dell’indagine, incentrata sul presunto "sistema" di potere “fiorentino“, gli "accordi corruttivi" si sarebbero sviluppati su una scacchiera territorialmente più vasta. Carini, secondo le accuse, avrebbe interferito nelle cattedre di urologia di altre città italiane, nello specifico Milano (Università Statale) e Ancona (Politecnico delle Marche), secondo una logica "spartitoria": l’accordo "avrebbe previsto una serie di impegni a cui dare attuazione, ossia il bando di due concorsi accademici, il ’’pilotaggio’’ di tali concorsi, il ritiro delle domande di candidati sgraditi e la destinazione dei posti a vincitori predeterminati". Il Riesame ha spedito gli atti a Milano perché è qui, motivano i giudici, che "l’accordo per il bando e per il pilotaggio si sarebbe almeno in parte concretizzato". Il patto tra Carini e gli altri due indagati Centanni e Montorsi (non attinti da misura) "ha generato un’utilità - il successo del candidato asseritamente sostenuto da Carini - che si è concretizzata a Milano". Per il concorso di Ancona, cronologicamente successivo, è indagatoil professor Benedetto Galosi.