Psichiatra uccisa, l’allarme della giudice: “Legge impotente di fronte a questi casi”

La commemorazione pubblica di Barbara Capovani nell’aula magna del Palazzo della Sapienza. La città vuol essere protagonista della spinta per una riforma della legge

Pisa, 1 maggio 2023 – Pisa protagonista nella riforma della legge sui casi più difficili. E’ la risposta da dare ai colleghi della dottoressa Barbara Capovani, uccisa a sprangate da un uomo (sostengono le indagini) che era stato ricoverato nel reparto psichiatrico che lei ora dirigeva.

Gianluca Paul Seung si trova ora in carcere ma nessuno è riuscito a fermarlo prima. La giudice Eleonora Polidori, presidente della Sezione civile del Tribunale di Pisa, amica della donna e figura professionale con cui la psichiatra si interfacciava spesso, denuncia il suo dolore ma anche la sua "profonda impotenza" durante la cerimonia di saluto in Sapienza, luogo di cultura, sede storica dell’Ateneo pisano, e, ieri, luogo di commozione per questa "eroina".

"Dobbiamo prendere atto che gli strumenti che abbiamo a disposizione a quanto pare non sempre sono sufficienti. Non sono stati sufficienti a proteggere Barbara, un medico validissimo. Che faceva il possibile. Il suo lavoro era efficace ma avrebbe dovuto essere anche tutelato dalle istituzioni, perché un medico non dovrebbe affrontare questo rischio. Quanto accaduto ha gettato su tutti noi un senso di ingiustizia".

E ribadisce: "Gli strumenti a disposizione per affrontare alcuni pazienti non bastano". Poi parla del convegno su questi temi a cui aveva pensato proprio la dottoressa Capovani, circa un mese fa. "Si sarebbe dovuto tenere a giugno, ero stata coinvolta anche io. Da qui sarebbe stata sollevata la richiesta di nuovi strumenti con la possibilità di sensibilizzare le istituzioni".

Quindi la promessa: "Organizziamolo in sua memoria". E il riferimento al dibattito nazionale: "Conoscendola non avrebbe voluto che si tornasse al pre legge Basaglia".

Quindi, "elaboriamo proposte che possano essere recepite fino al Parlamento per aggiornare un impianto legislativo che ne ha bisogno, mettendo il paziente al centro e garantendo la sua dignità, ma anche la necessaria tutela del medico che lo ha in cura".

Centinaia le persone che hanno assistito e applaudito. Molti interventi, da quello del rettore di Pisa, professor Riccardo Zucchi, che ha citato i "tanti valori" della dottoressa, a quelli dei colleghi: "Barbara non era vitale, era vita e questo non potranno mai ucciderla".

"Ho pensato di cambiare reparto. Ma poi ho capito che bisogna lottare. Non siamo torturatori – parla in modo profondo un’operatrice sanitaria dell’Spdc, la psichiatria territoriale che Capovani dirigeva – E la nostra professionalità deve essere usata a baluardo: codice penale e leggi vanno cambiate". In silenzio, in questa giornata di riflessione, le istituzioni rappresentate dal sindaco Michele Conti, dal presidente della Regione Eugenio Giani e dal presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo.

E’ il prefetto Maria Luisa D’Alessandro a esprimersi a nome della città: "Dal suo estremo sacrificio possano germogliare soluzioni più efficaci".

Un medico e un fisico amici della professionista e la famiglia. "Non trovavo niente che mi desse pace, poi ho capito che sei un eroe, un supereroe che ha passato tutta la vita a lottare per sé e per gli altri", l’ha salutata la figlia più grande, Alice, anche lei medico, sta facendo la specializzazione.

"Lei ha dato un pezzetto di puzzle a ognuno di noi, ogni volta che è stato necessario. Ciascuno di noi ha ricevuto un pezzetto, mi piace pensare che tutti insieme formiamo il puzzle, anche se servono centinaia e centinaia di pezzetti per realizzare Barbara Capovani".

E aggiunge: "Saremo lei ogni volta che non avremo paura, che lotteremo per noi e per ciò che è giusto e proteggeremo chi è in difficoltà, che daremo la vita. I veri eroi non muoiono mai ma rimangono per sempre".

L’altra figlia, più piccola, studentessa del liceo: "Un mostro ti ha portato via da me. Non è giusto. Ti amo, sei la mia felicità". E il compagno Michele Bellandi che la chiama più volte "amore mio". "Chi ha cercato di metterti i bastoni tra le ruote per interessi si è scontrato con Barbara. A sei anni volevi già diventare psichiatra. Saremo sempre qui per te".