Monica Pieraccini
Cronaca

La morte forse a causa di un traghetto: balenottera spiaggiata a Livorno, parla l’esperto

Giancarlo Lauriano, ricercatore Ispra: “Nel Mediterraneo 3.200 esemplari, ma il traffico marittimo è una minaccia”. Ma ci sono comunque anche altre ipotesi: “La morte può essere anche naturale. È importante considerare anche l’inquinamento”

La morte forse a causa di un traghetto: balenottera spiaggiata a Livorno, parla l’esperto

Livorno, 17 settembre 2025 – È stata trovata davanti alla Terrazza Mascagni di Livorno la carcassa di una balenottera comune. Un avvistamento raro, che solleva domande sulle cause della morte di questo esemplare. Per capire cosa può essere accaduto abbiamo parlato con Giancarlo Lauriano, ricercatore dell’Ispra, che si occupa di cetacei e specie protette.

Come mai una balenottera si è spiaggiata davanti a Livorno?

«La presenza di balenottere comuni nel Mediterraneo non è affatto eccezionale: ne stimiamo circa 3.200, concentrate soprattutto nel versante nord-occidentale, tra le coste liguri, le Baleari e il Tirreno. In quell’area però c’è anche molto traffico marittimo. Non è raro che questi animali vengano colpiti da imbarcazioni veloci, traghetti o navi. È possibile che l’esemplare trovato a Livorno sia morto in mare aperto dopo una collisione e che le correnti lo abbiano portato a riva».

Terrazza Mascagni, balena spiaggiata
La balenottera spiaggiata alla Terrazza Mascagni: molti i curiosi a seguire le operazioni di rimozione (Foto Novi)

Ci sono altre possibili cause della morte?

«Sì, la morte può essere anche naturale. Non tutti gli esemplari spiaggiati sono vittime di incidenti antropici. Alcuni possono morire per cause fisiologiche o malattie naturali. È importante considerare anche l’inquinamento: livelli elevati di contaminanti chimici e plastici possono indebolire gli animali, ridurre la capacità riproduttiva e provocare morte prematura».

Terrazza Mascagni, balena spiaggiata
La balenottera spiaggiata viene controllata da un militare (Foto Novi)

Le collisioni con le imbarcazioni sono frequenti?

«Purtroppo sì. Negli ultimi anni abbiamo documentato diversi casi: animali con ferite evidenti dovute a impatti, altri che avevano perso la coda e non riuscivano più a immergersi o alimentarsi. Questi eventi accadono soprattutto perché le aree di alimentazione coincidono con rotte a forte traffico navale».

Gli animali si avvicinano alle navi o è solo casualità?

«È una coincidenza. Le balenottere si nutrono principalmente di piccoli crostacei, i krill, concentrati in quelle zone. Così le rotte degli animali e delle navi si sovrappongono, aumentando il rischio di collisione».

Quanto può vivere una balenottera comune?

«Sono i cetacei più longevi. Si stima, infatti, possano raggiungere 90-100 anni, anche se i dati sono indiretti. Tra traffico marittimo, inquinamento e altri fattori naturali, purtroppo non sempre raggiungono questa età».