ANGELA BALDI
Cosa Fare

Marino Marini, arte senza tempo, Fiz: «Un'indagine sui sentimenti»

Parla uno dei curatori della grande esposizione dell'estate che andrà avanti fino al 2 novembre. Appuntamento nelle sedi della Galleria d'arte contemporanea di San Francesco e alla Fortezza

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Arezzo, 3 luglio 2025 –  Un'antologica con quasi cento opere tra dipinti e sculture. Sarà inaugurata domani «Marino Marini. In dialogo con l'uomo. L'esposizione dell'estate aretina a cura di Alberto Fiz e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, che rimarrà aperta fino al 2 novembre, prodotta e organizzata dal Comune e dalla Fondazione Guido d'Arezzo, progettata dall'associazione culturale Le Nuove Stanze e Magonza. La monografica prevede due percorsi integrati con un unico biglietto: il primo alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea con una straordinaria serie di dipinti insieme a gessi e bronzi, il secondo alla Fortezza con grandi sculture e opere monumentali. Il progetto, reso possibile dai prestiti provenienti dalle due istituzioni che rappresentano l'artista, il Museo Marino Marini di Firenze e la Fondazione Marino Marini di Pistoia, consente una lettura articolata dell'indagine condotta dal grande artista in un percorso che affronta le tematiche principali della sua intensa ricerca.

Alberto Fiz, curatore della mostra insieme a Moira Chiavarini, parla di uno dei massimi artisti e scultori del 900, Arezzo si pone al centro dell'estate culturale con una mostra internazionale?

"Direi proprio di si, è un evento straordinario che si inserisce perfettamente nel contesto culturale artistico di Arezzo. Ci sono relazioni specifiche anche con l'arte antica e l'arcaismo, con l'esperienza etrusca da cui parte Marino. C'è un prestito veniente dal Museo Archeologico Arezzo. La mostra sarà certamente attrattiva per turisti e studiosi e per tutti gli amanti dell'arte e della scultura che troveranno l'attualità di un artista tra i maggiori protagonisti del 900 nell'ambito dell'arte figurativa. Marini insieme a Giacometti è uno dei due grandi punti di riferimento”.

La città ha il merito di aver messo insieme la Fondazione Marini e il museo Marino Marini: siamo di fronte ad un'antologia di quasi 100 opere…

“Questa è una mostra di grandissimo livello anche perché abbiamo creato una collaborazione inedita tra il nucleo delle opere della Fondazione Marini di Pistoia e il museo Marini di Firenze che sono partner della mostra”.

In che modo Marini è “In dialogo con l'uomo”?

"La grandezza di Marino è questa sua capacità empatica di avvicinarsi alla dimensione dell'umano sia a livello emozionale che di fragilità e precarietà, di cogliere la drammaticità tenendo conto che i cavalli, il suo soggetto più importante, iniziano a trasformarsi e modificarsi in opere sempre più problematiche a partire dalla seconda guerra mondiale. L'esperienza della guerra incide profondamente su Marino. Cavallo e cavaliere diventano un elemento di fortissima tensione rispetto all'equilibrio degli anni 30, si raggiunge un disequilibrio fino a che il cavaliere viene Elementi che poi diventano miracoli, guerrieri e gridi fino quasi ad eliminare le figure creando una forma astratta”.

Due i luoghi della mostra la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea a San Francesco e la Fortezza Medicea…

“I due percorsi consentono una visione esauriente dell'indagine di Marino partendo dalla parte più legata all'arcaismo, con queste sue figure come la pomona, per poi svilupparsi fino a tutti gli anni 60. La Galleria porta avanti questo progetto attraverso una disposizione di carattere tematico e con una serie di relazioni tra pittura e scultura, si pensa a Marino come scultore ma qui abbiamo dei bellissimi lavori anche sul circo, sul teatro, sui giocolieri, che sono un'altra caratteristica particolare della mostra. Mentre la Fortezza sarà occasione per vedere sintetizzata in 10 grandi opere monumentali il percorso di Marino dagli anni 30 agli anni 60. Da un lato la monumentalità e il momento di massima espansione e di forte impatto di opere dalla forte e impressionante valenza plastica, e dall'altro un percorso più intimo, problematico”.

C'è un'opera del cuore in questa mostra?

"Sono molte, uno è il Miracolo del 52 in Fortezza , con questa immagine del cavallo impennato totalmente verticale, la rottura di ogni possibile equilibrio che come dice Marino, vuole bucare la crosta terrestre, un'opera straordinaria. Sempre in Fortezza un'altra opera molto rara, un cavaliere in cemento del 47. Poi in Galleria il gruppo di splendidi ritratti esposti che non sono legati all'immagine esteriore ma sempre al tentativo di cogliere la verità interiore, tra questi il ​​ritratto di Stravinskij, quello di Chagall, di De Pisis Il ritratto di Marina la sua compagna e musa ispiratrice con cui ha convissuto tutta la vita Sempre in Galleria l'Angelo della città, un gesso straordinario preparatorio di quell'opera che è L'angelo della città acquistato da Peggy Guggenheim e attualmente guardiano del Canal Grande a Venezia”.