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Fiori d’inverno. Armani, un’ode alla natura. L’incontro possibile fra Oriente e Occidente

La visione di Re Giorgio: "Ricami floreali e il nero, il colore preferito dalle donne". L’eleganza monocroma di Luisa Spagnoli, la ricerca di frontiera di Hui.

Fiori d’inverno. Armani, un’ode alla natura. L’incontro possibile fra Oriente e Occidente

Eleganza senza età. Stile senza tempo. Per il defilè dell’inverno 2024-2025 di Giorgio Armani, la prima linea al top del prêt-à-porter del grande stilista, torna a sfilare e apre il defilè Gina di Bernardo, grande modella degli anni Ottanta e Novanta, viso mitico delle foto scattate allora da Aldo Fallai. Volto intramontabile, emblema di una bellezza pura e ageless, ieri come oggi che è una signora matura. "Tra di noi c’è grande tenerezza e affetto – dice Giorgio Armani – e anche ora che non è più una ragazza ha un viso meraviglioso. L’ho amata quando Gina ha capito la mia moda e l’ha interpretata".

Un’icona perfetta per un defilè dedicato ai “fiori d’inverno”, quelli che non ci sono ma che Armani è riuscito a inventare in abiti leggeri, leggiadri, impalpabili, dallo stile che strizza l’occhio all’Oriente e alla sua grazia ed eleganza. Un’ode alla natura, dice Armani, "che mi ha sempre appoggiato nelle mie scelte" e che si trasforma in colore, tessuto, atteggiamento, una natura da proteggere e che vogliamo continuare a vivere. Ed ecco questo giardino d’inverno incantato, con ricami floreali minuti dalla mattina alla sera, sulle giacche accostate al corpo e sugli abiti da sera di tulle e organza, sulle scarpe sempre basse, sui cappotti e sulle borse ricamate, sul velluto che resta la materia preferita di re Giorgio.

Silhouette verticali, leggerezza su tutto, una voglia di speranza che traspare ad ogni petalo o libellula, pantaloni affusolati e femminili. "Questo lavoro è tanto faticoso – dice Armani – ma sono soddisfatto di questa collezione dove il nero si conferma il colore preferito dalle donne, è meraviglioso e molto amato". Parla anche della settimana “da incubo” della moda a Milano e del fatto che ha mandato una lettera alla Camera Moda, delle sfilate una sopra all’altra.

Alla Besana va in scena il mondo di Luisa Spagnoli con la freschezza e la gioia di vivere della collezione disegnata da Nicoletta Spagnoli, creativa presidente della griffe di Perugia che in questi ultimi anni ha fatto un grande salto nella qualità del prodotto e soprattutto nella sua verità stilistica. Tutti capi monocromi, colori nero, bianco, blu oceano e verde militare, ma anche rosa ciclamino di bosco, rosso carminio, peonia, caramello e beige dorato.

Brilla Luisa Spagnoli e brilleranno ancora di più le clienti che compreranno questa collezione per il prossimo inverno che “vola” sulle ballerine baby col cinturino portate con calzettoni a coste, come da adolescenti di un tempo. "Ho ripensato alle atmosfere di Deauville, sognanti, ai personaggi del mito della Côte Fleurie"", racconta Nicoletta Spagnoli che tra gli applausi nel finale abbraccia il figlio Nicola Barbarani, suo braccio destro in azienda a Perugia.

Nessun eccesso, nessun cenno inutilmente massimalista, ma la forza del glamour di una maglieria perfetta per cappotti col collo di visone eco e di tailleur romantici, di borse intrecciate a mano con maestria artigiana, del pizzo di lana verde militare doppiato di chiffon, dello stivale di gomma che ti ricorda l’aria aperta e fa subito giovane. Le pellicce di maglia sono un dolce abbraccio, i maglioni bianchi e oro hanno il logo LS ricamato, per la sera la lunga cappa d’angora e l’abito da ballo di velluto sinuoso nero, bordeaux o marrone caffè. Insomma Luisa Spagnoli si confema un sogno, un sogno di moda possibile. E non è poco.

È arrivata alla sua quattordicesima sfilata milanese l’imprenditrice e stilista cinese Hui Zhou Zhao , ambasciatrice tra Milano e Shenzhen, grande distretto produttivo del fashion. La collezione ha per titolo A testa alta, perché nel rivisitare tradizioni etniche e culturali cinesi Hui pensa sempre alle donne di oggi, anche alle cinesi che ormai girano il mondo e fanno business, e al loro potere. Lavora ancora sul popolo Miao e sulle acconciature antiche delle donne fatte di capelli tramandati in famiglia da generazioni e poi montate su una struttura di legno legate alla testa da bende bianche: come se attraverso i capelli di madre in figlia si tramandi forza e coraggio. Da Hui l’Oriente chiama l’Occidente, tra storia e modernità.