“Valorizzare La Badia di Soffena”. Successo per il primo evento organizzato dal comitato

Il complesso monumentale al centro di una interessantissima conferenza che si è svolta nei giorni scorsi al teatro Wanda Capodaglio di Castelfranco di Sopra.

La Badia di Soffena

La Badia di Soffena

Arezzo, 03 maggio 2022 - Valorizzare uno dei luoghi più belli non solo del Valdarno, ma della provincia di Arezzo, per arrivare alla creazione di un polo attrattivo di rilevanza sovracomunale. Questo lo scopo del comitato di cittadini del comune di Castelfranco Piandiscò per la Badia di Soffena. Vero monumento storico, oggetto di una interessantissima conferenza che si è svolta nei giorni scorsi al teatro Wanda Capodaglio di Castelfranco di Sopra. Di fronte una grande cornice di pubblico l’evento “Badia di Soffena: un patrimonio da custodire, una ricchezza da valorizzare”, è solo la prima delle iniziative del neonato comitato, che punta a coinvolgere e sensibilizzare la collettività sull’importanza della cultura come volano per uno sviluppo sostenibile economico e sociale. Soffena faceva parte, con altri castelli, di un sistema di controllo della “Setteponti”, una delle due arterie che fin dal tempo degli etruschi congiungevano Fiesole e poi Firenze con Arezzo. La Badia fu costruita nel secolo XI° ed ebbe il patrocinio iniziale degli Ubertini, mentre dipendeva canonicamente dall’Abbazia di Santa Trinita in Alpi in Casentino. Nel 1090 il Papa Urbano II° cita la Badia in una bolla a favore della congregazione dei monaci vallombrosani. Con il Pontefice Martino V° nel 1425 il monastero venne poi inserito nel priorato di Vallombrosa.

L’iniziativa del Capodaglio è stata condotta da Elena Piccardi e Pietro Pelliciari e vi hanno partecipato relatori del territorio, ma anche esperti provenienti da autorevoli università toscane. Si sono affrontati vari argomenti: dalla valorizzazione territoriale, con gli interventi della professoressa Maria Pia Maraghini dell’ateneo senese e della dottoressa Arianna Becciu dell’università di Pisa, fino alla narrazione illustrata di progetti concreti sulla Badia ed i suoi dintorni, grazie all’architetto Tommaso Piccardi e del dottor Giovanni Bonechi, due giovani professionisti castelfranchesi. Non sono poi mancati momenti di intrattenimento, con l’esibizione dei musicisti Saverio Rabbini, Riccardo Franzoni e Marco Narcisi. Tanti i giovani presenti. Un bel segnale, questo. Dimostra che anche i ragazzi sono interessati ad una nuova prospettiva di valorizzazione di un territorio unico. Da tempo, a Castelfranco di Sopra, i cittadini chiedono alle istituzioni di valorizzare un monumento storico, mediante un progetto organico che sappia sfruttarne le potenzialità inespresse. L’amministrazione era presente con il sindaco Enzo Cacioli, più volte sollecitato dal pubblico, che ha chiesto al primo cittadino una serie di interventi per consentire alla Badia di essere vissuta pienamente dalla collettività. A conclusione dell’evento, il consiglio comunale, rappresentato trasversalmente da tutte le forze politiche, ha colto l’occasione per informare i cittadini che è stata costituita una commissione consiliare propositiva sul tema specifico. “Un bel segnale è stato lanciato – hanno concluso gli organizzatori – la cultura unisce gli intenti di tutti, oltre le proprie visioni politiche. A tal proposito auspichiamo che la giunta faccia quanto dovuto per ottenere la proprietà (mediante la riattivazione del processo di federalismo culturale) e la gestione del monumento, attivando un percorso di coinvolgimento di tutti gli stakeholder locali, quali professionisti, realtà imprenditoriali, associazioni di settore ed altri enti della società civile. Volere è potere. Il percorso – hanno aggiunto – è solo all’inizio, ma l’ottimo risultato dell’iniziativa fa ben sperare. Il primo obiettivo è stato raggiunto, riportando il tema all’attenzione di tutti e ponendo le basi per lo sviluppo di nuove reti e sinergie. La Badia è un bene che porta con sé valori storici e identitari importanti – ha concluso il comitato – è nostro diritto, ma anche dovere, come cittadini, contribuire a preservarla e valorizzarla per noi stessi e per le generazioni future. Come direbbe l’archeologo Salvatore Settis “la memoria non richiede stasi, ma esige movimento”.