"Voleva salvare la famiglia" Il prete nella casa dell’incubo

Il racconto di don Gabrielli: "Sarebbero morti tutti schiacciati, sono sconvolti". E conosce la vittima. "Era tornato da Milano, le due famiglie si frequentavano"

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"Sandro forse voleva difendere la propria famiglia: il tetto stava crollando sotto i colpi della benna dell’escavatore, sarebbero morti tutti schiacciati". Così don Natale Gabrielli, parroco della zona di San Polo, commenta quello che è successo nella casa dove ora regna il silenzio. Resta solo un grande vuoto, il dolore di una famiglia distrutta e una vita spezzata.

Si dovrà capire perché Gezim Dodoli si è lanciato all’assalto della casa, con un escavatore, perché ha puntato la benna sull’ingresso della casa dove a quell’ora, le 20,30, Sandro Mugnai, la moglie Maria Luisa, i figli Mattia e Michele e la nonna Fortunata stavano cenando. All’improvviso, si è scatenato l’inferno. Le ricostruzioni di queste ore, corrono lungo il filo dei rapporti tra vicini di casa, ma il figlio Michele, provato dal dolore, riesce a dire che "no, non c’erano screzi, tutto normale". E’ anche per questo che non riesce a darsi pace, rivedendo mille molte la stessa scena col terrore negli occhi e il fiato che si ferma in petto. Gezim che colpisce con la benna dell’escavatore l’abitazione che comincia a tremare, il rumore, le urla, poi gli spari del padre. Sono molti gli interrogativi ancora da chiarire attorno a una tragedia che lascia senza parole per l’atroce dinamica e il tragico epilogo. E’ ancora uno dei figli a raccontare: "Abbiamo sentito il rumore del metallo schiacciato delle auto e poi mio padre, accortosi di quanto stava accadendo ha sparato". I colleghi del gruppo antincendi La Racchetta per il quale Michele Mugnai, figlio di Sandro, è impegnato come volontario, hanno manifestato vicinanza. Chi vive nella zona di San Polo e conosce Sandro Mugnai lo descrive come "un brav’uomo, sempre pronto ad aiutare tutti. Ha visto il pericolo in faccia ed ha reagito come ognuno di noi avrebbe fatto".

Don Natale aggiunge un particolare nel tentativo di trovare il bandolo di una matassa ancora troppo ingarbugliata: "Posso testimoniare che le famiglie si frequentavano. Sono andato più volte a mangiare da entrambe, i bambini, ora uomini, servivano messa con me e stavano in parrocchia. Poi la famiglia Dodoli si era trasferita a Milano ma, da qualche tempo, Gezim era tornato da solo. Cosa sia successo non lo so, ma so che Sandro forse voleva difendere la propria famiglia".

Lucia Bigozzi