Vittime Podere Rota, il comitato all’attacco

"Vane promesse, i rifiuti sono stati conferiti fino a che non è stato riempito il minimo spazio utile". Ora si attendono sviluppi

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di Francesco Tozzi

"Vane le promesse e le date di chiusura annunciate. Questo non vuol dire che finisce tutto qui". Tuona il comitato Vittime di Podere Rota, in vista della conferenza di servizi che a breve verrà convocata per autorizzare o meno l’ampliamento del sito al fine di accogliere rifiuti speciali non pericolosi. Dal 12 settembre la discarica ha terminato il conferimento dei rifiuti solidi urbani, avendo esaurito ormai le volumetrie disponibili. Per i membri del comitato è chiaramente una svolta, ma attendono la conclusione di tutti i procedimenti in corso prima di poter esultare. "I rifiuti sono stati conferiti fino alla fine, fino a che non è stato riempito il minimo spazio utile. E ce ne siamo accorti! – si legge in una nota pubblicata sulla pagina Facebook del gruppo – Dal via vai dei mezzi e dai disturbi odorigeni che abbiamo dovuto subire tutti i giorni. Aspettiamo il capping definitivo per la chiusura della discarica e la bonifica post mortem. C’è in ballo l’ampliamento per rifiuti speciali e la realizzazione di impianti industriali per il trattamento di rifiuti speciali e forse anche pericolosi, sebbene evitino di dirlo".

Si attende dunque la caratterizzazione del sito e l’incontro tra le amministrazioni pubbliche e gli altri enti coinvolti, con una data che potrebbe essere stabilita nei prossimi giorni, poiché anche Regione Toscana sarebbe intenzionata a chiudere l’iter il più rapidamente possibile. "Aspettiamo dalla conferenza dei servizi – fanno sapere dal comitato – il diniego alla procedura di ampliamento che era stata sospesa ma non rigettata, e sulla base delle verifiche di Arpat e delle indagini in corso, i necessari provvedimenti di bonifica. Purtroppo non possiamo cantare vittoria, purtroppo sono emerse troppe cose brutte che non ci faranno mai stare tranquilli e purtroppo la speculazione del nostro territorio non finisce qui". In attesa del confronto tra istituzioni ed enti, hanno preso il via le procedure post mortem per l’impianto di smaltimento, che dureranno circa 30 anni, arco di tempo entro il quale Podere Rota verrà comunque gestita per garantire elevati standard di qualità ambientale, oltre che a produrre energia da biogas, come specificato nei giorni scorsi in una nota della società Csai. Tra le prime conseguenze della chiusura si prospetta il ricorso alla cassa integrazione a rotazione per una decina dei 30 dipendenti in forze alla discarica. Resta sul tavolo la questione relativa alle indagini in corso da parte della magistratura, dopo la rilevazione di inquinamento da keu nella strada provinciale 7 di Piantravigne in seguito agli esami condotti dal perito nominato dalla Dda di Firenze.