Vigili, controlli in borghese a raffica. Dopo i cellulari tocca agli alcolici

La stretta è l’ultima evoluzione della campagna lanciata dal Comune in particolare sul fronte della movida. Tra le mosse i daspo urbani, già adottati sul degrado. Ma occorre scoprire i bevitori nelle strade in flagrante

Occhio ai controlli

Occhio ai controlli

Arezzo, 24 novembre 2022 - Scattate sugli attenti e diventate irreprensibili se adocchiate da lontano l’uniforme dei vigili o le auto bianche e rosse della polizia municipale? Occhio alle sorprese. Perché ormai la nuova moda del corpo è quella di agire in incognito.

Via le uniformi, via i distintivi, via le mostrine: tutti in borghese. Una linea che in genere il comandante Aldo Poponcini non ama, è più un uomo da prevenzione ed eventualmente multe faccia a faccia. E che usa solo quando ai mali estremi c’è da rispondere con gli estremi rimedi.

Era stata la mossa decisa per ridurre il fenomeno dei cellulari alla guida. Ed è la stessa che ora si allarga fino agli alcolici. Avevamo preannunciato questo giro di vite nei giorni scorsi, quando era tornato a galla il nodo della movida più imbizzarrita e meno sotto controllo. E l’operazione è già partita. Una campagna che si affianca a quella già operativa contro il degrado. Ricordate? Il ragazzo sorpreso in uno dei vicoli dietro la Badia a sfogare i propri bisogni, anzi "bisognini", a cielo aperto. Sulla sua testa non era caduta solo la folgore di una bella multa ma anche il meteorite di un Daspo urbano.

Scopri poi che quel caso non era isolato ma ricco di precedenti. Oltre dieci sanzioni nel giro di un paio di weekend. E tutte con il suo risvolto di uno stop all’ingresso nel "sancta sanctorum" del centro, anche se solo per 48 ore.

E’ la doppia misura in arrivo per chi viene sorpreso, in barba ai divieti, a consumare alcolici ""nelle aree, nelle vie, nelle piazze e nelle aree private soggette

al pubblico passaggio, ad eccezione di quelle autorizzate". Che dentro le mura sono pochine. Multazza dai 100 ai 200 euro e daspo urbano.

Su questo fronte per ora Poponcini e i suoi uomini hanno completato la fase A: la prevenzione o magari potremmo chiamarla di avvertimento. Occhio che se continuate così saremo pronti a mettere mano al libretto delle multe, operazione (almeno questa...) non ancora proibita dal garante della privacy.

Poi siamo passati al controllo in borghese. L’unico che abbia un po’ di efficacia. Perché la regola è chiara ma c’è un ma: per passare alle vie di fatto è necessario sorprendere chi la viola "in flagranza". Più o meno con la bocca al collo della bottiglia, in uno di quei momenti davvero sacri per chiunque abbia, fate voi, quella passione o quel vizio. E non è facilissimo. Perché non è sufficiente, ad esempio, entrare alla Cadorna e vedere un gruppo di ragazzi circondati da bottiglie di birra, perfino se aperte e semi-piene. Ci vuole proprio di vederli bere. Da qui la risposta con gli agenti in borghese, che nel nostro esempio possono tranquillamente confondersi con chi va a riprendersi la macchina. Il daspo non è ancora scattato, la coincidenza con la Città di Natale costringe chi controlla a dare la priorità ad altro: i vigili sono aumentati ma restano sotto organico e ancora sotto dalla "quota 100" che il sindaco si era prefissato.

Ma ormai è questione solo di giorni. D’altra parte l’intervento è sulla scia, dicevamo, di quelli sui cellulari. Finché le perlustrazioni erano in divisa gli automobilisti facevano in tempo a galleggiare tra alibi, scuse e scenari fantasiosi, fino al lancio del telefonino otto il tappetino. Quando ti affiancano e ti seguono in tutti i movimenti è meglio, molto meglio "conciliare".

Le due casistiche degli interventi in borghese sono legate ad un fil rouge: garantire maggiore sicurezza, di qua sulle strade e di là in centro. Sulla trincea dei cellulari a curare questi controlli (in tandem, uno guida la moto e l’altro verifica) sono le cosiddette squadre dei "falchi". Per l’alcol non c’è ancora un nome dedicato ma lo troveremo. Sulla frontiera di un nuovo proibizionismo quasi invisibile.