
Venduta l’ex fornace Pratigliolmi L’area produttiva va verso il rilancio
di Maria Rosa Di Termine
Passa di mano l’area dell’ex fornace Pratigliolmi di Castelfranco Piandiscò. La notizia dell’acquisizione dello storico insediamento industriale di produzione del cotto toscano, fondato nel 1961, era nell’aria da tempo, ma ora la conferma ufficiale arriva direttamente dal sindaco del Comune unico dell’altopiano Enzo Cacioli. "A rilevare l’Agricola Industriale della Faella Spa, proprietaria del sito produttivo, gli immobili e la cava – ha spiegato - è stata la ditta Valeri", ovvero la V&V Grandi Opere con sede a Montespertoli, specializzata nel movimento terra nel comparto agricolo e non solo. "Nel nostro ambito – riprende il primo cittadino - dovrebbe allestire attività di vario genere, dal fotovoltaico alla logistica, con un possibile utilizzo della cava. Ad oggi però l’impresa è impegnata nell’elaborazione dei progetti". Per maggiori dettagli quindi bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma intanto si percepisce come tangibile la soddisfazione per l’approdo del nuovo investitore deciso a rilanciare una zona al palo da anni. Il calvario e l’agonia della Pratigliolmi erano iniziati nel maggio 2019 quando il Tribunale di Arezzo aveva dichiarato il fallimento della Spa, da tempo alle prese con una crisi acuita dalla recessione del mercato dell’edilizia, e per i 52 lavoratori, età media 50 anni, era scattato il licenziamento collettivo. Per 12 dei dipendenti si aprirono le procedure di accompagnamento verso la pensione, per gli altri la Naspi, preludio a mesi di affannosa ricerca di un altro posto spesso precario, se trovato. In attesa di soggetti imprenditoriali decisi ad acquisire una realtà che al momento della chiusura poteva vantare un fatturato pari a circa 4 milioni di euro si sono susseguite le aste. Ben cinque quelle andate deserte, fino alla conclusione recente, sbocco positivo nella direzione di reindustrializzare un angolo di vallata per decenni sede della produzione del marchio di riferimento dei rivestimenti tipici toscani.
Per inciso tempo fa il municipio aveva ricevuto il progetto di una società pugliese per creare nel sito un impianto di trattamento termico per la vetrificazione dei rifiuti con recupero di calore, riutilizzando i vuoti di cava come luoghi di stoccaggio per scarti e terre contenenti cemento amianto. Un’ipotesi che fu bocciata dagli amministratori in maniera netta, auspicando l’arrivo di imprenditori intenzionati a impiantare lavorazioni dall’impatto ambientale decisamente minore e in grado di originare presupposti concreti per nuovi posti di lavoro. La svolta di questi giorni potrebbe assicurarli, sebbene in comparti diversi da quello originario, e in questo senso il sindaco si è detto particolarmente fiducioso.