Venduta l’ex Bekaert: appello per i lavoratori

I sindacati richiamano la Regione a far rispettare il protocollo per ricollocare i dipendenti, una vertenza che dura da quattro anni

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di Marco Corsi

È stata venduta l’area ex Bekaert di Figline. Una notizia che era circolata nelle ultime ore e che ha trovato la spinta decisiva in una convocazione da parte della Presidenza della Regione Toscana, che nel tardo pomeriggio di ieri ha convocato una riunione con le organizzazioni sindacali e rappresentanti del Comune per presentare l’operazione. Il nome dell’acquirente è al momento top secret.

Si tratterebbe di un gruppo industriale che ha programma di cedere l’intero complesso a quattro aziende che operano nel settore della lavorazione dell’idrogeno.

Sembra sia stato già formalizzato anche il preliminare di vendita. Nel progetto di trasformazione della ex Bekaert, sarebbe contemplata anche una completa riqualificazione della zona dal punto di vista ambientale e di recupero, con la creazione di colline schermo. L’area è inserita in pieno contesto urbano.

Da quando è cessata la produzione, cioè dal 2018, non sono stati fatti interventi di messa in sicurezza, se non qualche ripulitura molto sommaria dell’area esterna. "Da un punto di vista ambientale, la vendita dell’area permette di disinnescare una bomba ecologica e garantire la salubrità di tutto il Valdarno, fiorentino e aretino – hanno detto Massimiliano Rossi e Andrea Vignozzi, della Fiom Cgil di Firenze. Come organizzazione sindacale richiamiamo però la Regione Toscana al proprio ruolo e al rispetto del protocollo per l’Occupazione nel Valdarno, firmato dai sindacati e dalle organizzazioni datoriali il 23 maggio scorso.

E’ necessario che chiunque subentri nello stabilimento garantisca la rioccupazione dell’intero bacino iniziale di 318 lavoratori, partendo dal richiamare i lavoratori ex Bekaert. Come Fiom – hanno concluso - siamo coerenti con quanto abbiamo sempre detto durante tutta la vertenza, a partire dal 22 giugno 2018".

Una data che rimarrà impressa per sempre nella storia industriale della vallata. Sono passati più di quattro anni da una delle pagine più nere sul fronte economico-occupazionale. Fu infatti una giornata drammatica per il Valdarno, ma soprattutto per le 318 famiglie dei lavoratori della Bekaert di Figline, stabilimento nel quale lavoravano anche moltissime persone di San Giovanni, Montevarchi, Terranuova, Cavriglia e Castelfranco Piandiscò.

Un giorno nel quale fu inferto un duro colpo al mondo produttivo della vallata. Senza tanti giri di parole, la multinazionale Bekaert, proprietaria dell’importante azienda figlinese, annunciò ai dipendenti che avrebbe chiuso il sito produttivo di via Petrarca. In un attimo questa decisione cambiò la vita a 318 lavoratori e alle loro famiglie. Da allora è stato un continuo susseguirsi di incontri, tavoli ministeriali, speranze e delusioni. Per fortuna diversi dipendenti sono riusciti a ricollocarsi, ma altri sono rimasti senza lavoro.

Dopo un lungo periodo di cassa integrazione, le lettere di licenziamento e la fine di ogni prospettiva per quell’azienda, nel cuore del Valdarno, un tempo sede Pirelli. Chi, con la macchina, percorre oggi quel tratto di 69 costeggiando il grande stabilimento, deserto ormai da tempo, non può non avere un sussulto. Adesso si apre una prospettiva, se non altro per dare nuova vita ad un complesso industriale alle porte di un paese, che ha dato lavoro a centinaia di persone.