FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Variante di Corsalone stop Il giudice boccia il progetto

La sentenza definitiva del Consiglio di Stato dà ragione a Tlf e salva 80 posti. Inapplicabile il tracciato delineato della Regione che evita l’ex Sacci: gli scenari. .

Variante di Corsalone stop Il giudice boccia il progetto

di Federico D’Ascoli

Servivano quasi 10 milioni di euro ma il progetto per la variante di Corsalone sulla strada regionale 71 si ferma per sempre. L’ha deciso il Consiglio di Stato e lo rivela una nota dell’azienda Tlf che si occupa di giochi per bambini e che occupa 80 persone in uno stabile che la nuova Umbro-Casentinese avrebbe in parte attraversato, con la necessità di alcune demolizioni.

Ribaltando la pronuncia del Tar del 2022, i giudici amministrativi di appello hanno dato ragione alla Tlf guidata dall’ingegner Carlo Paci e difesa in giudizio dagli avvocati Gaetano Viciconte e Silvia Becucci con il contributo di Luca Fanfani.

Il collegio del Consiglio di Stato guidato dal giudice Luigi Carbone ha bocciato il decreto della Regione Toscana emanato nel gennaio 2022 per i lavori alla variante di Corsalone.

Il progetto originale per la nuova strada regionale 71 era all’inizio articolato in un unico lotto e faceva passare il tracciato della strada all’interno del cementificio dismesso ex Sacci, sottoposto, all’epoca, a sequestro per abbandono di rifiuti pericolosi. La sentenza dà anche notizia del dissequestro della stessa ex Sacci nel dicembre scorso.

Per questo il Consiglio di Stato si spinge ad affermare che: "Da quanto sin qui rilevato emerge come il dissequestro del cementificio imponga una rivalutazione da parte della Regione degli interessi in gioco: quello pubblico alla realizzazione dell’infrastruttura e al recupero ambientale dell’area dell’ex cementificio, e quello del privato, inciso dalla realizzazione dell’opera, alla prosecuzione dell’attività imprenditoriale".

L’obiettivo della Regione era di portare la strada 71 all’esterno del centro abitato di Corsalone con un progetto da quasi 10 milioni. Ma sempre secondo i giudici: "L’utilizzo del nuovo tracciato, in violazione del principio di proporzionalità, non soddisfa l’interesse pubblico con il minor aggravio per il privato".

Ossia costi superiori di progettazione e realizzazione rispetto all’ipotesi dell’ex Sacci.

La sentenza del Consiglio di Stato blocca tutto, anche perché tecnicamente non appellabile in Cassazione.

"Il ricorso è accolto competendo all’amministrazione regionale rivalutare il tracciato nella parte di interesse della presente controversia" fissa il dispositivo. La palla passa alla Regione.