GAIA PAPI
Cronaca

Una caserma per i poveri. Piave sede di accoglienza e mensa a prezzo libero

Prende corpo il progetto del Comune sulla vecchia struttura di via Garibaldi. Un piano di stanze e uno di ristoro. Tanti: "Serve anche per padri divorziati".

Un luogo di accoglienza plurale che vuole essere luogo di inclusione. È in fase di elaborazione il progetto esecutivo di un nuovo spazio in città destinato all’accoglienza e all’assistenza di persone in difficoltà. È un progetto del Comune, finanziato dal Pnrr, che verrà realizzato nell’ex caserma Piave, in via Garibaldi. "Parte dell’edificio sarà destinato a ’Stazione di posta’, mentre la ex abitazione del custode, ad ’housing first’. Entro fine anno il progetto esecutivo verrà approvato. A quel punto a metà 2024 partiranno i lavori di ristrutturazione dell’edificio che andranno avanti per circa un anno. L’intervento ha un costo che si aggira attorno ai 2 milioni di euro" spiega l’assessore Alessandro Casi.

"Nell’ambito degli interventi e dei servizi finalizzati alla riduzione della marginalità e finalizzati

all’inclusione sociale di persone adulte e famiglie, si inserisce la volontà da parte dell’amministrazione, di realizzare una "Stazione di Posta": in altre parole, si tratta di un centro di accoglienza multifunzionale, luogo di primissima accoglienza e inclusione sociale, che ha come obiettivo quello di creare un punto di riferimento e fornitura di servizi essenziali a persone che si trovano in condizioni di bisogno" spiega la vicesindaco Lucia Tanti. Sarà un’operazione che metterà a disposizione una struttura anche per padri divorziati e in condizioni di precarietà.

La Housing first, mira invece a sostenere la presa in carico e l’accompagnamento personalizzato delle persone accolte, un servizio con il quale si intende dotarsi di piccoli appartamenti adeguati alla vita autonoma. Insomma, un centro di servizio e di inclusione per le persone senza fissa dimora, che garantirebbe oltre a un’accoglienza notturna, ulteriori servizi quali: servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni alimentari, aiutando quindi persone in difficoltà ad accedere ad una sistemazione temporanea, offrendo servizi volti a promuovere l’autonomia e l’integrazione sociale.

"Luogo a supporto della marginalità, grazie anche alla presenza di assistenti sociali" continua la vicesindaco Tanti. Ma anche ’Ristorante solidale’ dove le persone censite dai servizi sociali potranno mangiare non pagando, e al quale potrà accedere chiunque lo desideri ad un costo calmierato. Un modo per evitare una ghettizzazione e aiutare anche quella zona grigia presente in città, penso ai padri divorziati" aggiunge Tanti. "Cinquecento metri quadrati gestiti dai servizi sociali del Comune in collaborazione con i soggetti con cui l’amministrazione è già alleata, come la Caritas. Sarà una risposta in più rispetto alla mensa della Caritas presente in piazza Giotto. Un modo per sottrarre utenza a quella struttura". E infine conclude la vicesindaco: "Il mio desiderio, al di là di dove le persone più in difficoltà si rivolgeranno, è che questi luoghi vengano costruiti in modo diverso. Che siano prima di tutto luoghi di inclusione".