LUCA AMODIO
Cronaca

L’attivista di Ultima Generazione: “Perché blocchiamo le autostrade? Non c’è altra scelta”

Parla una 24enne aretina che ha attualmente un obbligo di dimora a Cortona dopo una serie di azioni, tra cui una interruzione dell’A14

Beatrice Pepe durante un blocco stradale

Cortona (Arezzo), 30 marzo 2024 – «Per due mesi e mezzo un obbligo di dimora mi ha costretto a vivere a Cortona. Cosa avevo fatto? Un blocco stradale lungo la A14". Le parole sono quelle di Beatrice Pepe, aretina, classe 2000, laureata in scienze politiche e adesso, come ci dice lei, "attivista a tempo pieno".

Beatrice con Ultima Generazione porta avanti la sua battaglia sulla questione ambientale: insieme agli altri attivisti green partecipa anche a quei blitz di cui spesso vediamo le immagini in tv o sui social, come i blocchi del traffico sulle strade o l’imbrattamento di opere pubbliche. Modalità con le quali vogliono far sentire la propria voce e provare anche a smuovere le coscienze.

Pepe, perché un giudice ha emesso un obbligo di dimora nei suoi confronti ?

"Da un anno faccio azioni di disobbedienza civile non violenta - spiega Beatrice - Finora ho fatto circa una decina di blocchi. Come abbiamo sempre fatto, anche quella giornata di dicembre ci siamo seduti in strada per creare quel disturbo che genera conflitto, ma soprattutto dialogo tra persone. Dopo queste azioni veniamo solitamente portati in Commissariato per un’identificazione ma quella volta siamo stati anche arrestati. Abbiamo trascorso tre giorni in carcere e poi il giudice, visto che per lui eravamo inclini alla reiterazione e pericolosi per la società, ha emesso un obbligo di dimora a Cortona".

Se lo chiedono in molti: va bene il fine, ma i mezzi devono essere proprio questi?

"Purtroppo sì. Magari ce ne fossero altri. Per me non c’è alcun divertimento a bloccare le strade, stare in commissariato. Io vengo dall’attivismo e prima di queste mobilitazioni ho fatto cortei autorizzati, petizioni, ma sono iniziative che non hanno mai funzionato. Invece queste azioni irrompono lo status quo e qualcosa succede: se ne parla e qualcuno si interessa anche al problema. Preferirei di gran lunga una fedina penale pulita, un futuro "normale" e un governo che ascolta petizioni. Ma non è così".

A tanti cittadini queste mobilitazioni e le varie manifestazioni non piacciono. Non pensa?

"Sicuramente all’automobilista congestionato dal traffico bloccato, no. Ma che se ne dica, Ultima Generazione sta crescendo di consensi e di partecipazioni. Se ci inimichiamo le persone? Beh, credo che allontaniamo dal problema solo chi è già lontano di suo - risponde Pepe - Protestiamo per la salvezza del nostro pianeta, se capisci l’importanza della cosa non sarà un metodo diverso dai tuoi gusti ad allontanarti. Io non dico poi certo che il mio mezzo sia il migliore, se si condivide la causa ma si hanno metodi diversi, ben venga, serviamo tutti".

Che effetto le ha fatto vedere la vicinanza riscossa dagli agricoltori in protesta?

"C’è stato un modo diverso di raccontare la loro mobilitazione da parte dei media - spiega Beatrice Pepe - La narrazione dominante è stata quella, romantica, del povero contadino in difficoltà che non riesce più ad andare avanti e a cui occorre dare aiuto, visto che lui nutre noi tutti. Le richieste degli agricoltori in protesta, perché contrarie al Green Deal, sono state sfruttate dal nostro governo. Accettare invece quello per cui protestiamo noi significa ammettere di aver fatto scelte sbagliate negli ultimi decenni e iniziare a prendere decisioni anche impopolari, girando le spalle ai soldi e guardando invece i comuni cittadini".