CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

"Così scapperò dall'Ucraina": l'imprenditore costretto alla fuga dal rischio guerra

Riccardo Cascianini da anni vive a Kiev dove produce abbigliamento: "Qui sembra tutto tranquillo ma non lo è"

Riccardo Cascianini

Arezzo, 14 febbraio 2022 - «Prenderò l’aereo nel primo pomeriggio di martedì, atterrando a Zurigo, semprechè il volo non venga cancellato. Il consiglio che ci è stato dato è quello di uscire dal Paese, perché non si sa cosa potrà succedere». Così Riccardo Cascianini di Sansepolcro, 52 anni e tre figli, uno degli italiani che vivono a Kiev, capitale dell’Ucraina; si è trasferito per motivi di lavoro un paio di anni fa, ricoprendo la carica di amministratore delegato della Helen Marlen, marchio che produce abbigliamento di lusso.

«Stipuliamo contratti direttamente con brand importanti del mondo del lusso e gestiamo boutique in franchising. Acquistiamo collezioni e ci occupiamo di distribuirle attraverso i nostri negozi» racconta Cascianini. È uno dei connazionali che ripartirà dal Paese a rischio di una guerra. È una persona molto conosciuta Riccardo, anche per il suo passato di giocatore di pallacanestro nella Endas Sansepolcro; il percorso di studi completato e la scelta di vita che dalla città biturgense lo ha portato nell’Europa dell’est, dove si è affermato a livello professionale.

La prestigiosa rivista statunitense Forbes nel 2020 lo aveva inserito tra i migliori cento imprenditori e manager italiani «che stanno guidando le loro imprese con la lungimiranza dei grandi leader, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo», si leggeva nella motivazione. A Sansepolcro risiedono tuttora la mamma Anna e il padre Carlo Adolfo, anche lui noto negli ambienti sportivi per essere stato arbitro di calcio e poi guardalinee che ha raggiunto la serie A. I genitori sono ovviamente in apprensione, anche se sanno che presto il figlio tornerà.

«Qui in Ucraina – spiega Riccardo Cascianini – sono convinti che alla fine non succederà nulla, ma si sa che prevenire è meglio che curare, anche se la situazione si è fatta abbastanza complicata, perché c’è stata una degenerazione nelle ultime 48 ore, per quanto gli ucraini non la percepiscano più di tanto: da sette anni, oramai, convivono infatti con questo stato di cose, il che sotto certi aspetti è persino drammatico».

«Se però una persona viene a Kiev e osserva ignaro quanto accade, non si rende conto di nulla – continua il biturgense – i ristoranti sono pieni, la gente circola regolarmente e quindi l’impatto visivo è quello della normalità».

Poi, però, Cascianini ha aggiunto un particolare non secondario: «Sono particolarmente dispiaciuto per la poca assistenza dell’ambasciata locale. Parlando con altri italiani, ho appreso che si lamentano del fatto che non riescono a contattare l’ambasciata per avere informazioni più dettagliate e soprattutto più chiare».

Confidiamo quindi nell’intervento della diplomazia internazionale. I venti di guerra soffiano sempre più in Ucraina ed è naturale che via apprensione anche per Riccardo Cascianini, il cui tono è comunque sembrato abbastanza rassicurante, specie per chi attende il suo ritorno in Italia.