AREZZO
La città di Natale e la città che accoglie il nuovo vescovo. Due istantanee di un giorno che lascia il segno e mette il sigillo a una festa nella festa. Tutto comincia di buon mattino proprio quando la domenica invita a rallentare il ritmo quotidiano. Alle 10 al casello autostradale di Battifolle si incrociano i pullmann con i turisti pronti al grande "assalto" ai vicoli e piazze con le luci e i colori del Natale e il "Van" che accompagna Migliavacca nel suo primo ingresso in Arezzo.
Gli incontri, i sorrisi, le strette di mano e l’entusiasmo della scoperta sono i momenti e i simboli che descrivono il cammino del nuovo vescovo attraverso i luoghi più significativi dai quali ha voluto cominciare la sua missione pastorale: tra i ragazzi, a Saione, tra gli ultimi nel carcere di San Benedetto e poi nell’abbraccio con la città che lo accoglie come un padre.
Due "fiumi" di persone e storie che si intrecciano mentre il vescovo Andrea cammina a piedi verso la parte alta della città e i visitatori si perdono nello stupore e nella magia del Natale. La festa del popolo che saluta e vuole partecipare e la festa dei turisti che si accorgono di qualcosa che sta per accadere e decidono di restare, magari rinviando l’ultimo giro nella città di Natale. "Ma cosa accade?" chiede una coppia di turisti romani incuriosita dalla gente che si accalca all’ingresso del Comune.
"E’ il nuovo vescovo, è arrivato qui proprio ora", risponde una signora aretina in prima fila con il cellulare in mano. La coppia rimane a osservare i dettagli della cerimonia. Sul sagrato del Duomo si incrociano ancora il "fiume" di pellegrini arrivati da tutta la provincia per la Messa in cattedrale e "il fiume" delle famiglie con i passeggini colorati e i palloncini luminosi che ondeggiano, vicino alla grande ruota panoramica del Prato. Che gira lenta, quasi a regalare un grandangolo particolarissimo sulle due città che diventano una per celebrare una doppia festa in un giorno da incorniciare.
LuBi