PIEVE SANTO STEFANO
Cronaca

Tutino: la carezza della sua terra Centenario del pioniere dei diari Pieve e Anghiari, doppio omaggio

Ha fondato il premio della memoria: il direttore scientifico Brezzi ne ricorderà l’impresa. L’intitolazione di un chiostro, il saluto di Flavia Nardelli, il racconto di Andrea Merendelli.

di Claudio Roselli

Un omaggio dovuto ma sentitissimo. Una carezza insieme al pioniere di un’avventura che ha acceso sulla Valtiberina i riflettori del mondo e al futuro che due paesi legano anche a lui. Pieve Santo Stefano e Anghiari ricordano una figura significativa che proprio oggi avrebbe compiuto 100 anni: quella del giornalista e scrittore Saverio Tutino, "penna" di assoluta rilevanza e grande artefice di una fra le più grandi operazioni che hanno elevato il livello culturale della Valtiberina.

Stiamo parlando delle storie e delle autobiografie raccolte nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, autentico "scrigno" che ha reso famoso in tutta Italia il paese della Valtiberina, sede del Premio Diari. Ad Anghiari, c’è poi la Libera Università dell’Autobiografia, che contribuisce a fare della Valtiberina la valle della memoria.

Saverio Tutino era nato il 7 luglio 1923 a Milano ed è morto a Roma il 28 novembre 2011, all’età di 88 anni; cinque gli appuntamenti dedicati alla sua figura, con la prima serie denominata di "Saverio Tutino – anno 100", per ricordare un protagonista del Novecento. Costretto a interrompere gli studi a seguito della seconda guerra mondiale, si era rifugiato in Svizzera arruolandosi poi fra i partigiani con il nome di battaglia "Nerio" e comandando una brigata Garibaldi in Valle d’Aosta. Una volta terminato il conflitto, Tutino riferisce di un mondo in profonda trasformazione come corrispondente de "L’Unità" e poi de "la Repubblica".

Dalle pagine dei due quotidiani racconta la Cina di Mao, la Cuba di Fidel Castro e l’America Latina. Poi, non appena approda nella quiete del comprensorio bagnato dal Tevere, ha due grandi intuizioni: nel 1984, fonda a Pieve l’Archivio Diaristico Nazionale per restituire alla gente comune la memoria minata dalla guerra e nel 1998 fa altrettanto ad Anghiari con la Libera Università dell’Autobiografia.

Alla sua morte, ha lasciato in eredità un patrimonio immenso: una "casa delle memorie" e una considerevole quantità di documenti formata dai suoi diari e dalle corrispondenze con i diaristi e con personalità del mondo della cultura italiana e internazionale. Nella giornata odierna, a Tutino verrà intitolato lo spazio di Pieve all’interno dell’asilo Umberto I, alla presenza del sindaco Claudio Marcelli; del presidente della Fondazione Archivio Diaristico, Albano Bragagni e della compagna del giornalista, Gloria Argelés.

Alle 17, nel Chiostro dell’Asilo Umberto I e dopo i saluti di Flavia Nardelli, presidente dell’Associazione delle istituzioni di cultura italiane, il direttore scientifico dell’Archivio, Camillo Brezzi e la studiosa Patrizia Gabrielli racconteranno l’Archivio e il lavoro di Tutino, a partire dal libro scritto a quattro mani "La forza delle memorie". L’attore e regista Mario Perrotta sarà l’interprete alle 18,15 del reading "Tra voci di carta: Saverio e i suoi diaristi", prima ricognizione tra le lettere che Tutino scambiava con gli autori, le cui memorie sono custodite dall’Archivio di Pieve.

Conclusione serale ad Anghiari, dove alle 21, in piazza del Popolo, Andrea Merendelli, direttore del teatro di Aghiari, racconterà la sua amicizia con Saverio e insieme ad altri anghiaresi ne ricorderà storie ed aneddoti . Tra presente e memoria. Proprio come nei diari.