Treni in tilt tra cancellazioni e ritardi record

Una serie di guasti alla linea ha provocato disagi dalle 3 di mattina in poi. Stazioni e convogli presi d’assalto prima del ritorno alla normalità

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di Maria Rosa Di Termine

Viaggiare in treno per lavoro o per studio? Un’odissea senza fine per chi sceglie di raggiungere in carrozza i capoluoghi di regione e provincia. Come se non bastassero i ritardi definiti a più riprese cronici e legati ai cosiddetti inchini riservati ai convogli dell’Alta Velocità, ieri ci si è messa anche un’anomalia nel funzionamento degli apparati di comando centralizzato e computerizzato del traffico nei nodi ferroviari di Firenze e Roma. Si è verificata poco dopo le 3 causando soppressioni e ritardi record di arrivi e partenze anche superiori alle tre ore.

"Il problema generato ai sistemi di segnalazione prodotti da Bombardier Transportation è dovuto a un bug informatico - ha spiegato in una nota Ferrovie dello Stato - già mitigato nelle prime ore da un intervento tecnico su tutta la rete. Alstom si scusa per l’inconveniente causato ai passeggeri ed è impegnata a fornire il supporto necessario a Rfi per tenere monitorato il sistema di comando centralizzato e computerizzato del traffico, a beneficio di tutta la rete".

Una criticità che di fatto ha tagliato in due l’Italia e ha avuto pesanti ripercussioni ben oltre i confini della Toscana sulla circolazione di Frecce, Italo e Regionali e per di più nell’orario di punta per lavoratori e studenti, tra le 6 e le 8 del mattino con inevitabili disagi, prima di essere risolto nell’arco della giornata. E se i treni "passavano ancora lenti" come quelli di Tozeur cantati da Battiato e Alice, correva invece veloce la rabbia dei pendolari costretti a fare i conti con un servizio a singhiozzo anche per la carenza di informazioni da chi di dovere.

Il film della giornata da dimenticare lo affidano ai social e alla pagina Facebook del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima che raccoglie segnalazioni e commenti spesso al vetriolo oppure scanditi da un’ironia rassegnata. Ieri mattina la cronaca racconta allora il disagio di centinaia di persone assiepate sui marciapiedi dei binari in attesa che spuntasse all’orizzonte la sagoma agognata del locomotore, mentre sui display dei monitor in stazione si accavallavano le cifre progressive e in costante aumento dei minuti di ritardo, per sfociare infine alle cancellazioni. Il tutto "senza una comunicazione adeguata da parte di Trenitalia", sottolineano gli utenti. "Abbiamo chiesto all’impiegata allo sportello – raccontano quelli che aspettavano a San Giovanni – perché non si capiva quale fosse la situazione e se e in che tempi si sarebbe risolta. Treni annunciati e poi spariti, notizie generiche anche sulla App delle FS e così è capitato di salire a bordo di un regionale per Firenze nelle stazioni di vallata per poi essere costretti a scendere poco dopo a Figline perché la corsa era stata cancellata". Difficile, denunciano, anche servirsi degli autobus sostitutivi, presi d’assalto, in barba alle normative anti-Covid, dalle persone che tentavano di arrivare a destinazione. E c’è chi ha definito la giornata "la solita vergogna quotidiana. Negli ultimi 10 giorni – tuona un altro viaggiatore - sono arrivato puntuale al lavoro solo 2 volte. Mentre la sera ormai ho perso la speranza di prendere la coincidenza, perché il treno arriva sempre in ritardo, sempre". Con buona pace della qualità della vita di chi deve vede sfumare di botto gli impegni giornalieri. I passeggeri fanno notare inoltre come la stragrande maggioranza dei guasti abbia per teatro Campo Marte e Laterina. "Non riusciamo a capire – chiosa una di loro – se sia un problema di manutenzione, ma certo così è arduo andare avanti".

In mezzo a proteste vibranti anche l’inconfondibile sarcasmo toscano con il suggerimento del nuovo nome da dare ai convogli. Non più Jazz e Rock, ma "Pianissimo".