
Stefano Donnini
Arezzo, 28 novembre 2018 - E’ morto nella notte dopo ore di agonia. E’ morto con ogni probabilità senza aver mai ripreso conoscenza. E’ morto per essere stato travolto da un’auto, sul ciglio della strada, mentre portava a spasso il suo cane. E’ il bilancio amaro del grave incidente stradale di lunedì sera, lungo la vecchia statale 3 bis, a sud del centro abitato di Sansepolcro. Protagonista Stefano Donnini: 37 anni, lavorava per Aboca, una delle grandi aziende della vallata. Un viso franco, il fisico allenatp anche dall’attività sportiva, una passione inesauribile per gli animali e in particolare per il suo cane.
Tanto da essere morto per portarlo fuori. Ha lottato fra la vita e la morte all’ospedale di Siena: tutto dopo essere stato o travolto e scaraventato fuori strada da un’auto, la cui guidatrice si era sul momento allontanata. Subito l’arresto cardiaco, subito i disperati tentativi di rianimarlo. Che almeno in una fase iniziale erano riusciti: rianimato d dal massaggio con il Lucas 3, lo strumento più avanzato in tal senso che in Valtiberina ha in dotazione solo il comitato della Croce Rossa Italiana.
Poi, il disperato volo con il Pegaso dal campo sportivo di Santafiora e l’arrivo al policlinico delle Scotte, dove subito le sue condizioni erano apparse gravissime. Tali erano rimaste tutto il giorno, tra Siena e Sansepolcro quella sensazione della tragedia che parenti e amici non riuscivano a togliersi di dosso.Fino all’annuncio inserata: Stefano non ce l’ha fatta. Destino ha voluto che fosse investito a due passi dalla casa della fidanzata, insieme alla quale viveva. Un ragazzo tranquillo e cordiale, un gran lavoratore, anche nel racconto dei vicini di casa.
Ora il dolore ma anche l’inchiesta in corso. Ad averlo investito è una donna di 45 anni, residente a San Giustino. All’inizio si era volatilizzata, per poi presentarsi dopo due ore nella sede della Compagnia dei Carabinieri: ha raccontato la sua versione dei fatti, ammettendo le proprie responsabilità. Quindi gli esami di rito: per capire se la donna fosse lucida o se guidasse sotto effetto di alcolici e quindi in stato di alterazione. Già oggi si dovrebbero conoscere i provvedimenti adottati nei suoi confronti. Tra le probabili contestazioni l’omissione di soccorso. L’ipotesi che non si fosse accorta di averlo urtato non spiegherebbe infatti perché si sia presentata più tardi. Certo l’uomo, che a quanto risulta stava camminando lungo la, è stato sbalzato con violenza dentro il piccolo fosso laterale.