
Trent’anni dopo la guerra dei Balcani, il giornalista Toni Capuozzo(nella foto) è tornato lì dove tutto è cominciato, a Sarajevo, insieme al cameramen Igor Vucic, per girare il docufilm "1992-2022 Ritorno all’Inferno" che sarà proiettato lunedì 6 giugno alle 21, presso la Chiesa di San Lorentino e Pergentino di Arezzo, nella serata organizzata dall’Associazione Culturale Nazionale che vedrà il giornalista, inviato di guerra, presentare anche i suoi due più recenti libri.
Il documentario è un racconto in cui emerge tutta la tragedia della guerra nei Balcani, ma anche il lato umano di Capuozzo che salvò e fece curare il piccolo Kamal, bosniaco di 7 mesi all’epoca, rimasto gravemente ferito dalla granata che aveva ucciso la madre. Tornato recentemente, guarito, dai suoi familiari d’origine.
Una delle pagine più crude della recente storia europea si intreccia con la storia italiana di quegli anni, con le stragi di mafia e l’avvento di tangentopoli. scrive Capuozzo nel libro "Balcania. L’ultima guerra europea" (Biblioteca dell’immagine), che sarà presentato nella stessa serata insieme a "Giorni di guerra. Russia e Ucraina, il mondo a pezzi" (Signs Publishing), un vero e proprio diario di guerra, in cui il giornalista raccoglie le sue riflessioni sul conflitto tra Ucraina e Russia. Un volume impreziosito da una lunga galleria di foto di grandi reporter italiani dal fronte: Biloslavo, Micalizzi, Semprini, Rangeloni e i disegni di Giuseppe Botte.
"Ci sono sempre colpe da distribuire" scrive Capuozzo "Toninessuno è completamente innocente, se non i civili. Sono scettico sul ruolo che l’Occidente sta giocando. Siamo pronti a combattere, ma fino all’ultimo ucraino. È in gioco la democrazia, è in gioco l’Occidente".