DANZEO-FEDORA
Cronaca

Tommaso Cerno manda tutti all' "Inferno" . Incontro con il giornalista a Montagnano

Ospite della rassegna di teatro popolare "Il Giogo"

CERNO

Arezzo, 16 luglio 2014 - Andranno tutti all'inferno. Proprio in quello che attende quelli di noi meno buoni nell’Aldilà. Settecento anni fa fu Dante a sistemare buoni e cattivi al posto che competeva, ora è Tommaso Cerno, scrittore e giornalista, a mettere politici e volti noti nei vari gironi del suo "Inferno. La Commedia del potere", edito da Rizzoli. Il volume sarà presentato venerdì 18 luglio alle 18,30 in piazza Sant'Agata a Monte San Savino, all'interno della rassegna di teatro popolare Il Giogo. 

C'è un parallelo tra Dante e Cerno che il giornalista spiega così: "Dante era stato esiliato da Firenze e scrisse la Divina Commedia per cercare di convincere i fiorentini a ridargli la sua patria. Anche io mi sento in esilio e il mio libro è un tentativo di convincere l'Italia a essere di nuovo la mia patria. Sono un cittadino espropriato della sua terra". E così ecco Scajola raccontato come Dante raccontò di Ciacco o Craxi nelle vesti che furono di Farinata: "Il rapporto è identico – spiega ancora Cerno – sono le proporzioni che cambiano. Si parla di personaggi che non sono capaci di fare il bene ma neanche il male fino in fondo, perciò non meritano l'Inferno, meritano un infernetto compatibile con la miseria dei peccati commessi. E questo inferno si trova proprio sotto Montecitorio, tanto per risparmiare le spese di viaggio fino a Gerusalemme".  Non c'è Virgilio a fare da duca, si è rifiutato di entrare in quell'inferno di serie B, ma c'è Andreotti, "colui che troppo seppe" che può affrontare qualunque colloquio e conoscere qualunque dettaglio.

E ci sono Fini, Larussa e Gasparri redarguiti pesantemente da Almirante. C'è Beppe Grillo collocato, assieme a Celentano, nel girone dei predicatori. Grillo incontrerà Craxi e insieme parleranno della cacciata del comico dalla Rai dopo al famosa barzelletta sui socialisti, Celentano invece parlerà con Andreotti, il quale gli fece ottenere una dispensa dal servizio militare per andare a San Remo, dando così il la alla sua carriera. Ci sono D'Alema, Prodi e c'è Renzi del quale si vaticina la presa del potere. Il libro fu scritto un anno e mezzo fa, prima della rielezione di Napolitano e della successiva ascesa dell'ex sindaco di Firenze perciò, in un certo senso, è anche un libro profetico. Alla fine c'è Berlusconi, nel girone dei traditori dei popoli, dove traditore è inteso nel senso originario come colui che consegna. Berlusconi è l'unico che ha il potere di decidere chi può stare con lui e lui sceglie di avere accanto tutti quelli che gli complicano la vita. "Ho chiesto alla Rizzoli di tenere il volume in libreria per i prossimi settecento anni, visto che c'erano scritte cose che non erano ancora accadute e si sono puntualmente verificate". La commedia del potere, un genere che non passa mai di moda.