Salvatore Mannino
Cronaca

Tegola Macrì per Coingas: accusato anche di peculato, i 15 comuni parte civile

Il procuratore contesta nuovo capo di imputazione al presidente di Estra. Staderini, chiederà il rito abbreviato martedì, aveva detto di essere stato indotto da lui alle consulenze

Francesco Macrì

Arezzo, 21 aprile 2021 - La manovra di aggiramento è riuscita. Le parti civili, ossia i Comuni soci tranne alcuni, che erano uscite dalla porta rientrano dalla finestra dell’udienza preliminare Coingas. Il Gup Claudio Lara, infatti, ha ammesso tutti i 15 enti locali che si erano presentati in aula alla prima vera giornata del caso, 12 con maggioranza di centrosinistra e 3 a governo più incerto politicamente o civico.

Potranno dire la loro, con gli avvocati Riccardo La Ferla (da Foiano a Poppi, passando per Civitella, Lucignano, Pratovecchio e altri 8) e David Scarabicchi (Sansepolcro, Subbiano e Capolona) per quattro capi di imputazione, quelli nei quali sono potenzialmente danneggiati economicamente: le due ipotesi di peculato che vedono al centro gli incarichi per quasi mezzo milione al commercialista Marco Cocci e all’avvocato Pier Ettore Olivetti Rason con l’ex presidente Sergio Staderini come committente, il favoreggiamento contestato all’attuale numero uno Franco Scortecci e alla contabile Mara Cacioli e uno degli abusi d’ufficio, di cui devono rispondere il sindaco Alessandro Ghinelli e il suo assessore al bilancio Alberto Merelli.

Una scelta, quella del giudice Lara, che dopo una breve camera di consiglio ha rigettato l’opposizione di alcuni avvocati difensori, che di fatto riduce di molto il peso del no pronunciato dall’assemblea dei soci di Coingas, con il contributo determinante di Palazzo Cavallo (45% da solo): chi ha voluto è sceso in campo da solo, con il conforto del codice civile. Restano fuori Arezzo, appunto, Cortona, Castiglion Fiorentino e Anghiari, ai quali sarebbe pesato da Comuni di centrodestra di presentarsi contro un sindaco di centrodestra come Ghinelli e amministratori dello stesso colore.

Ma il vero cuore della prima tappa dell’udienza preliminare Coingas è stata il nuovo capo di imputazione contestato in aula dal procuratore Roberto Rossi a un altro eccellentissimo, il presidente di Estra Francesco Macrì: concorso in peculato dopo l’interrogatorio di Staderini a dicembre, nel quale l’ex amministratore unico aveva detto di essere stato indotto proprio da Macrì ad affidare gli incarichi per Olivetti Rason.

Il Gup ha concesso all’avvocato difensore Gaetamo Viciconte una settimana per studiarsi questa ulteriore accusa, che va ad aggiungersi all’abuso d’ufficio (con Ghinelli) per la nomina a Estra quando Macrì era ancora consigliere comunale. La difesa può accettare di discutere quest’altro capo o rifiutare. Nel qual caso Rossi sarebbe costretto a procedere con un nuovo avviso di chiusura indagine per l’ultimo filone.

Si vedrà martedì prossimo alla prossima udienza, quando saranno formalizzati anche i riti abbreviati di cui ieri gli avvocati hanno annunciato la richiesta. Sono quello, ed era già scontato, di Staderini e l’altro (più sorprendente) dell’avvocato pratese Jacopo Bigiarini, anche lui accusato di peculato per aver fatto da prestanome, nello scenario della procura, a un incarico di fatto destinato a Olivetti Rason.

Ma è inutile dire che il vero giudizio allo stato degli atti (rito abbreviato) che conta è quello dell’ex numero uno di Coingas, col suo avvocato Francesco Molino. Lui spera così di rimanere (con lo sconto di un terzo della pena) nei limiti di una condanna a due anni. Poi pare sicuro che accetterà di presentarsi al processo principale (se il Gup rinvierà gli altri a giudizio) come il principale testimone d’accusa, quello che non ha più niente da nascondere