
Gabriele Messeri, 23 anni, ha segnato 153 gol in 16 presenze di campionato
Gabriele Messeri, classe 2002, nato e cresciuto ad Arezzo, è il più grande dei tre fratelli che giocano a pallamano. Di ruolo terzino sfrutta i suoi 194 cm per avere una media realizzativa nella stagione 2024-25 di 153 realizzazioni in 16 match disputati, posizionandosi terzo nella classifica marcatori della Serie B.
È partito da questo campo, tra amici, fatica e sogni, e poi hai vissuto esperienze importanti con le rappresentative giovanili e nelle serie superiori. Se chiude gli occhi, qual è l’immagine che ti porti nel cuore di quel viaggio?
"Sicuramente la finale assoluta del Torneo delle Aree a Misano, giocata con la mia rappresentativa. È stato un risultato storico, se ripenso a quel torneo, mi tornano in mente solo ricordi legati a un gruppo fantastico di ragazzi che, contro ogni pronostico, sono arrivati a un passo da una vittoria inaspettata. Tutto è stato ancora più speciale grazie alla presenza di mio fratello Giacomo, nel ruolo di portiere, e del mio compagno di sempre, Massimo Bruni. Condividere quell’esperienza con loro è stato davvero emozionante".
Quando si cresce e si cambia ambiente, spesso si impara tanto, ma si lascia anche qualcosa. Cosa le ha insegnato la pallamano lontano da casa?
"Ho avuto l’occasione di fare esperienze lontano da Arezzo tra il 2021 e il 2024. Sono stato chiamato prima dalla società Ambra e poi da Prato, giocando sempre in serie A2, accompagnato ancora una volta da mio fratello Giacomo. In questi anni ho vissuto in prima persona la differenza tra la pallamano dilettantistica e le categorie superiori: giocare in realtà così strutturate mi ha permesso di confrontarmi con giocatori, allenatori e dirigenti che hanno vissuto la pallamano ad alti livelli, portandosi dietro un bagaglio di esperienza e conoscenze che li rende delle vere e proprie fonti d’ispirazione".
Tornare qui non è stata una scelta scontata, soprattutto dopo aver assaporato un certo tipo di pallamano...
"Diciamo che nonostante la pallamano abbia fatto parte della mia crescita fino ad adesso e mi abbia dato così tanto, ho sempre saputo che dovesse avere un ruolo marginale nella mia vita e che dovesse “venire dopo” tanti altri aspetti, anche considerando che purtroppo in pochi qua in Italia riescono a rendere questo sport un lavoro. Ed è proprio per venire incontro a esigenze di studio e lavoro che quest’anno ho deciso di tornare a casa in tutti i sensi".
Cosa dice oggi a un bambino che entra per la prima volta in palestra con una palla in mano e gli occhi pieni di sogni?
"La pallamano è uno sport completo sotto ogni punto di vista: unisce l’intensità fisica alla velocità mentale, richiede preparazione atletica ma anche grande lucidità nelle scelte, ed è un equilibrio perfetto tra gioco di squadra e sfida individuale: tutto questo lo rende estremamente affascinante, coinvolgente e stimolante".