
Team femminile al capezzale dell’arte. Benini: "La nostra vita per il restauro"
"La Croce del Maestro di San Francesco mi ha riportato sui ponteggi della Cappella Bacci". E all’altezza di Piero ha incontrato Frank Dabell, uno dei massimi esperti dell’artista. Strani scherzi del genio del Rinascimento. Oggi come allora, nel 2002 quando Marzia Benini lavorava al restauro della Croce lignea. Ha fondato insieme a Paola Baldetti e Isabella Droandi (scomparsa alcuni mesi fa) il team R.I.C.E.R.C.A, e lavorato ai grandi restauri dei capolavori aretini: su tutti, il Polittico di Pietro Lorenzetti, in partenza per New York e al centro della mostra sul Trecento senese. Poi volerà a Londra alla National Gallery. E proprio oggi Benini sarà in Pieve insieme "a un restauratore del Metropolitan, gli esperti di smontaggio e della ditta incaricata del trasporto. L’obiettivo è fare il punto sulle operazioni di trasferimento". La sua storia, è legata a doppio filo a quella di Paola e Isabella. Insieme hanno attraversato gli anni e condiviso anche i passaggi delle vicende familiari e personali. Un team, forte come l’acciai. Loro, resteranno per sempre in tre.
Benini, cosa ha provato tornando sul cantiere di Piero?
"Si è trattato di un sopralluogo tecnico al quale siamo state chiamate dalla restauratrice Rossella Cavigli del Polo museale toscano".
E lì l’incontro inatteso.
"È stato emozionate rivedere proprio sui ponteggi Frank Dabell, perchè l’amicizia tra noi tre e lui, è nata proprio qui e ricordo anche la figura di padre Giulio Renzi, grande appassionato di Piero. Abbiamo riflettuto sulla straordinarietà di questo pittore, estremamente moderno".
Perchè?
"Piero va oltre i tempi con la grande capacità di definire, volumi, paesaggi, espressione dei volti. È sorprendente notare da vicino l’equilibrio nell’uso dei colori, la cura dei dettagli e la serenità che gli affreschi trasmettono pur in mezzo a scene di combattimenti".
Insieme a Paola e Isabella dal 1985: qual è la cifra del team?
"Siamo tre personalità molto diverse che si completano. Isabella ci ha lasciato a ottobre ma è sempre con noi. Lei si è dedicata sopratutto alla storia dell’arte, ha scritto saggi e allacciato relazioni internazionali con moltissimi specialisti. Era rigorosa nello studio mentre io e Paola siamo le artigiane del team. La nostra cifra è sempre stata l’unità. Abbiamo condiviso tante fasi di vita familiare in maniera solidale".
Oggi sarà in Pieve, di nuovo davanti al Polittico. Perchè?
"Abbiamo un sopralluogo con u restauratore del Metropolitan per valutare le operazioni di trasferimento. La mostra a New York si apre il 13 ottobre. È stato un intervento importante per tutte le persone che abbiamo coinvolto e hanno contribuito con donazioni. Isabella aveva contatti personali coi massimi rappresentanti del mondo scientifico ed è anche per questo che il Polittico va in Usa".
Anno vasariano: cosa si aspetta?
"Sarà un’occasione per gli studiosi di approfondire il genio di Vasari e per i visitatori di conoscerlo da vicino. Per la città sarà un’altra vetrina importante come fu per i 500 anni dalla nascita: il nostro team dal 2006 al 2011 ha restaurato la Pala Albergotti grazie alla generosa donazione di un mecenate americano. Nel novembre 2010 fu inaugurato un cantiere aperto al pubblico nella sale del palazzo comunale dove per 13 mesi lavorammo al restauro dell’Assunzione della Vergine di Vasari custodita a Monte San Savino. Oltre 5mila visitatori furono coinvolti in un’esperienza unica, diventando loro stessi mecenati".