
La signora Giovanna Petroccia con il tutore per la vertebra fratturata
All’ospedale della Fratta, la diagnosi era stata rapida: contusione glutea-lombare, con una prognosi di soli sei giorni di riposo, Tachipirina e ghiaccio. Ma la realtà era ben diversa. Giovanna Petroccia, cortonese, che qualche giorno prima era caduta sulle scale, aveva una vertebra fratturata, una lesione che sarebbe potuta peggiorare senza un trattamento adeguato.
La frattura, diagnosticata successivamente all’ospedale di Nottola di Montepulciano è stata rilevata grazie a una Tac. Risultato: 30 giorni di prognosi. Uno scenario ben diverso. La signora Petroccia ci racconta la sua esperienza, che inizia con il malcontento per come è stata trattata all’ospedale della Fratta. Nonostante il dolore intenso che le impediva di camminare, non è stata presa sul serio. Il personale medico ha liquidato il caso con un semplice referto che parlava di contusione, senza indagare oltre.
"Mi hanno detto di tornare a casa, che non c’era nulla di grave. Ma il dolore non passava. Non riuscivo nemmeno a muovermi. Così, dopo due giorni, sono tornata in ospedale, ma mi hanno trattata come se fossi un peso". La condizione di Giovanna peggiorava, ma la risposta dell’ospedale non cambiava. Non trovando sollievo né spiegazioni, ha deciso di cambiare ospedale, scegliendo Nottola. Ed è così che è arrivata la diagnosi giusta. Dopo un’accurata valutazione e una Tac, l’ortopedico ha diagnosticato una frattura composta del processo traverso destro di L1. "Una lesione seria che la Fratta non aveva preso in considerazione. Quando mi hanno fatto la Tac, ho capito subito che c’era qualcosa di più grave. A Nottola mi hanno trattata con rispetto e serietà" racconta con un sorriso.
Le è stata data una prognosi di 30 giorni di immobilizzazione. Un trattamento che finalmente le ha dato la speranza di una vera guarigione, dopo giorni di sofferenza inutile e ignorata. Frustrazione e amarezza per la disattenzione ricevuta Nonostante la corretta diagnosi e il trattamento ricevuto a Nottola, la frustrazione per quanto accaduto alla Fratta rimane. "Mi sono sentita presa in giro, come se il mio dolore non fosse reale. Per fortuna poi a Nottola ho trovato persone che mi hanno trattato con rispetto e hanno visto ciò che altri non avevano voluto vedere" conclude.
Luca Amodio