
Ancora polemiche sui rifiuti a San Giovanni
Arezzo, 27 maggio 2025 – La nuova TARIP, la Tariffa Rifiuti Puntuale continua a sollevare preoccupazioni tra i cittadini sangiovannesi e anima il dibattito politico. Mobilitate le forze di opposizione, che sabato scorso hanno raccolto centinaia di firme - mille solo quelle raccolte dal gruppo San Giovanni Civica - dando voce al malcontento. Un risultato che, secondo il Partito della Rifondazione Comunista del Valdarno, non può e non deve essere sottovalutato: "È evidente – commenta il segretario PRC Mirko Vichi – che la cittadinanza non condivide la scelta fatta dall’amministrazione". "Parlando direttamente con le persone - spiega Vichi - emerge con forza un senso di esclusione dalle decisioni. I cittadini lamentano l’assenza di un vero confronto prima dell’introduzione della nuova tariffazione, che entrerà in vigore a luglio: Invece di discuterne pubblicamente, si è scelto di partire a cose fatte. Anche i due euro in più in bolletta sono stati percepiti come una punizione, non come un incentivo".
Eppure, sottolinea il segretario PRC, la cittadinanza di San Giovanni ha dimostrato negli anni un impegno costante e responsabile nella raccolta differenziata. "I dati parlano chiaro: si è passati dal 39,21% del 2018 a quasi il 70% nei primi mesi del 2025. «Un risultato che andrebbe valorizzato – afferma Vichi – non penalizzato. I cittadini si sono impegnati e ora si sentono traditi". Entrando nel merito del provvedimento, il PRC Valdarno esprime forti perplessità sul criterio scelto per la nuova tariffazione, basata sul numero dei sacchetti: "È una scelta che non tiene conto delle differenze economiche, sociali e abitative delle persone. Chi vive in 30 metri quadrati non è uguale a chi ne occupa 200. Una soluzione più equa poteva essere la tariffazione a peso, non a numero".
Altro elemento critico, per PRC, è l’assenza di un sistema premiante per i comportamenti virtuosi: "Per incentivare davvero la cittadinanza, occorre prevedere sgravi economici importanti per chi si comporta correttamente. Inoltre, ogni modifica del sistema di gestione dei rifiuti dovrebbe avvenire in modo graduale, accompagnata da campagne formative diffuse e continue. Non si può dare per scontato che tutti – in particolare le persone anziane – siano in grado di aggiornarsi autonomamente su un tema così tecnico e soggetto a innovazioni costanti".
Vichi evidenzia anche un punto di metodo: "La raccolta porta a porta ha dimostrato di funzionare proprio perché l’attenzione e il controllo si diffondono a livello sociale. Non possiamo affidarci solo a logiche individualistiche, basate su tecnologie sofisticate o strumenti di sorveglianza come le telecamere". Nel suo intervento, il segretario del PRC Valdarno allarga il discorso al quadro politico e gestionale più ampio, mettendo in discussione il ricorso costante alla privatizzazione dei servizi pubblici: "Dopo quindici o venti anni di privatizzazioni, il mondo ideale che ci era stato promesso – quello in cui il privato investe, ha manodopera specializzata ed è efficiente mentre il pubblico è solo fonte di sprechi – si è rivelato falso. Oggi viviamo in un sistema in cui il privato comanda sul pubblico, e la politica ha perso quel peso decisionale che le spetterebbe. È un problema di portata nazionale, ma con effetti concreti anche a livello locale".
Infine, Vichi ribadisce i principi cardine dell’azione politica del PRC: "Siamo da sempre vicini alle istanze ecologiste, ma con una condizione chiara: che i costi della transizione non ricadano sempre sulle lavoratrici e sui lavoratori, e che si tratti di ecologismo vero, non del greenwashing che troppe aziende usano solo per apparire sostenibili. Abbiamo sempre difeso il pubblico – per molti è una posizione ideologica, ma noi crediamo che i fatti, e non le parole, abbiano dimostrato che avevamo ragione".