"Sul treno appiccicati come prima del Covid" In viaggio con i ragazzi che vanno a scuola

La nostra cronista è salita alla stazione di Subbiano: "Il distanziamento non c’è e molti sono costretti a stare in piedi"

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di Sara Trapani

Zaino in spalla, mascherine sulla bocca e la speranza di trovare un posto a sedere, inizia così il viaggio degli studenti casentinesi nel "trenino" che li porterà verso Arezzo. In questo inizio di anno scolastico siamo saliti in carrozza insieme a loro per capire quali sono i problemi e le difficoltà che devono affrontare ogni giorno. Chi parte da Stia ha il posto assicurato, ma già quando si arriva a Bibbiena e Rassina quelli a sedere si riempiono facilmente e chi parte da Subbiano quasi sicuramente dovrà fare il viaggio in piedi, meno male che almeno il tragitto è breve.

"Siamo tornati a quando prendevamo il treno prima del Covid – ci dice Barbara che è salita alla stazione di Subbiano- questi primi giorni devo dire che il treno è sempre pieno soprattutto per noi che saliamo nelle ultime fermate. Mi hanno detto che quello che si ferma a Subbiano alle 7:12 è un po’ più lungo e quindi è più facile trovare posto ma in questo delle 7:32 siamo veramente tanti". "I posti sono tutti occupabili, cioè non c’è obbligo di distanziamento nei seggiolini che siano da 2 o da 4 – ribatte un’altra ragazza che fa avanti e indietro per vedere se c’è una carrozza un po’ più libera – al ritorno invece avendo uscite scaglionate i treni sono più vuoti". Con gli anni le carrozze sono diventate più belle e moderne, la velocità è aumentata, ma chi viaggia con il treno del Casentino conosce che il problema più grande è la frequenza delle corse, il numero dei posti e l’arrivo del Covid con il "distanziamento" non ha certo aiutato. "Ormai sono 4 anni che prendo il treno ed è stato sempre strapieno – ci racconta Luca che arriva da Bibbiena – è sempre stato difficile trovare posti a sedere soprattutto se sali dopo Rassina". Se per molti studenti il viaggio per Arezzo non è una novità, per alcuni di loro invece questa è la prima esperienza. "È il primo anno che prendo il treno ed almeno in questi giorni è davvero difficile trovare posto – ci spiega uno studente dell’Itis – parlando però con alcuni amici più grandi mi hanno detto che è sempre stato così. Con il posto a sedere il distanziamento riusciamo a farlo ma per chi rimane in piedi è più difficile, siamo appiccicati".

Se in questi primi giorni di scuola mantenere le distanze all’interno del treno diventa difficile, i ragazzi cercano almeno di stare sempre con le stesse persone in piccoli gruppi. "Per me la situazione oggi è migliorata – dice Marco che è salito a Poppi - sono cambiate tante cose, molte persone hanno il vaccino sia la dose singola o doppia, quindi io durante il viaggio personalmente sono tranquillo. Tutti cercano sempre di andare con il solito gruppo che si crea all’interno del treno, chi si conosce va vicino a chi si conosce. C’è poi da dire che non c’è nessun obbligo imposto a parte la mascherina e il gel prima di salire, non c’è obbligo di distanziamento nei posti a sedere".

Con l’inizio dell’anno scolastico l’esercito dei pendolari casentinesi è tornato a popolare il famoso “trenino”, l’unico mezzo che permette ai ragazzi di raggiungere le scuole aretine senza l’aiuto dei genitori. "Anche se i posti sono pochi rispetto agli studenti che usufruiscono giornalmente del servizio – ci dicono alcuni ragazzi- questo è l’unico mezzo che abbiamo per arrivare in autonomia a scuola, ad Arezzo. Altrimenti dovremmo chiedere un passaggio ai nostri genitori, ma fra il lavoro e la strada da percorrere sarebbe praticamente impossibile". "Magari nei prossimi mesi potrebbero aggiungere qualche carrozza in più per dare più spazio soprattutto in questo periodo di Covid – propongono i ragazzi – perchè all’interno del treno è veramente difficile riuscire a mantenere le distanze di sicurezza, soprattutto da Subbiano in poi ,anche se il tragitto è breve, siamo comunque appiccicati".