di Claudio Roselli
SANSEPOLCRO
Spiragli di fiducia per l’ospedale della Valtiberina di Sansepolcro: le tre professioniste nel reparto di medicina sono ora in organico, nonostante qualche apprensione. Anche per i posti letto, scesi da 26 a 12 durante il periodo del Covid-19, si riaccende qualche speranza. "Si era temuto il trasferimento di una di queste dottoresse – ha detto l’assessore a sanità e sociale del Comune biturgense, Mario Menichella - la quale sembrava dovesse andare a Firenze, poi per fortuna, dopo il congedo per malattia che aveva messo un po’ in crisi, ha ripreso servizio un mese fa. È in servizio anche l’altra dottoressa, Giuliana Peruzzi, che in questi due anni con la titolare, la dottoressa Roberta Mastriforti, hanno veramente faticato e collaborato bene insieme. Anche con il pronto soccorso c’è stata un’ottima collaborazione: dobbiamo a queste figure la possibilità che abbiamo avuto di conservare il servizio di medicina interna, anche con i posti letto ridotti. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il servizio in rete garantito dalla responsabile provinciale degli ospedali, la dottoressa Barbara Innocenti, che ha attinto soprattutto dall’organico della Valdichiana e di Arezzo".
Rimane però la realtà oggettiva delle cose: "Quella dei medici – ha proseguito Menichella - è una situazione critica dappertutto e devo dire che in questo contesto potremo forse avere anche un incremento dei posti letto. Le dottoresse garantiscono adesso la continuità".
Alla domanda se le manifestazioni che ha intenzione di organizzare la Lega hanno allora un fondamento oppure no, Menichella risponde così. "Noi, come amministrazione, siamo qui per lavorare e avere anche un pungolo da parte dei partiti può servire. Il sottoscritto è quotidianamente aggiornato e fa presente ogni volta alla direzione che effettivamente vi sono situazioni di criticità, poi la risposta è talvolta di attesa e purtroppo di rassegnazione. Voglio però ribadire il concetto: abbiamo un’ottima situazione in chirurgia e per il pronto soccorso vengono anche da Città di Castello, dove a sua volta vi sono problemi. È una situazione generale di criticità: per esempio, relativamente alla specializzazione nell’emergenza-urgenza, sono venuto a sapere che anche nei grandi centri vi sono pochissime iscrizioni alla specializzazione e quindi il futuro dovrà essere all’insegna dell’impegno degli specializzandi o di medici che hanno qualifiche equipollenti. E comunque, il lavoro dovrà essere in rete. Sul pronto soccorso, abbiamo riscontri positivi: certamente, siamo sotto organico e questa è una costante oramai diffusa in tutta Italia".