SALVATORE MANNINO
Cronaca

Spezzatino ex Etruria: Banca Intesa e Bper si dividono le filiali, l’oro va agli emiliani

Il grande gruppo milanese si prende tredici sportelli, i modenesi sedici. In città sei filiali ai primi e sette ai secondi. Il centro direzionale resta con i lombardi, la sede storica di via Crispi passa agli altri, che conquistano anche Valtiberina e Casentino

di Salvatore Mannino

La sede storica a Bper, il centro direzionale a Intesa. E’ un po’ la metafora dello spezzatino che va a incidere su quello che fu il corpaccione della fu Banca Etruria: aveva resistito al crac, passando in blocco a Ubi Banca, viene inciso in profondità, quasi fosse un intervento di separazione di sorelle siamesi, dalle conseguenze dell’ulteriore risiko bancario, quello appunto che in estate ha portato Ubi nella braccia di Intesa, con conseguente cessione (per evitare l’antitrust) di 500 sportelli in tutta Italia a Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Bene, in questo gigantesco riassetto, annunciato ieri, le filiali 29 più due mini-sportelli) di quello che fu il cuore dell’ex Bpel, ossia la provincia di Arezzo, vengono spartite quasi a metà: 16 se le prendono gli emiliani, le altre 13 restano nella principale banca del paese. In città, 7 vanno a Bper e 6 invece batteranno le insegne di Intesa.

Una rivoluzione, insomma, in qualche modo una sorpresa, perchè molti dei ragionamenti della vigilia si basavano sul passaggio in blocco dell’intero comparto ex Etruria, o da una parte o dall’altra. La soluzione è al contrario la divisione delle spoglie quasi sportello per sportello. Intesa si tiene in blocco la Valdichiana e un pezzo di Valdarno (tranne Castiglion Fibocchi), mentre lascia quasi per intero il Casentino (resta una sola filiale ex Bpel, a Capolona) e la Valtiberina. Ovviamente, ciò non significa che l’istituto di Carlo Messina rinunci alla propria presenza in queste zone, che saranno ben coperte dagli sportelli ex Cassa di Risparmio di Firenze, ramificati paese per paese. Il che ripropone il problema di una sovrapposizione fra le due reti che resta forte in Valdichiana. Ci vorrà un nuovo piano industriale per capire quale sarà l’effetto finale dell’operazione avviata ieri.

Sulla quale anche i clienti saranno chiamati a scegliere. Per quanto trapela, nel giro di qualche settimana i correntisti riceveranno una lettera nella quale dovranno dire se vogliono seguire il destino del loro sportello di riferimento oppure optare per l’altra banca. Prendiamo ad esempio la filiale di piazza Giotto che (come si vede dal grafico) passa con Bper. Toccherà ai risparmiatori dire se preferiscono continuare a servirsi di quella sede diventata Banca Popolare dell’Emila Romagna o se invece vogliono spostare i loro affari in Intesa. Nel qual caso, però, dovranno cambiare sportello e appoggiarsi al più vicino del gruppo milanese, uno dei principali in Europa.

Opzione non concessa ai dipendenti: quelli che lavorano in una filiale vengono trasferiti in automatico, con la cessione del ramo d’azienda, nella banca che l’ha comprato. Una situazione che pare già chiara per le ramificazioni sul territorio, mentre è più complessa nel centro direzionale di via Calamandrei e nella sede storica. In ciascuna delle due sedi, ci sono dipendenti che saranno inquadrati nell’uno o nell’altro gruppo creditizio a seconda delle mansioni che svolgono.

Tutto il comparto dell’oro, per citare uno dei casi più eclatanti, rientrerà nel territorio di Bper, compreso il caveau del palazzo di via Crispi che era uno dei vanti dell’ex Etruria e che fu attaccato a vuoto da una banda di ladri in guanti bianchi qualche anno fa. A quanto si capisce, anche il prestito d’uso del metallo, fondamentale per il distretto dei gioielli, dovrebbe rientrare nelle competenze della banca di Modena.

Dal riassetto nasce un sistema creditizio locale profondamente trasformato, nel quale sarà dominante Intesa, con una quarantina di sportelli (fra ex Bpel e Carifi) in tutta la provincia, seguita più o meno alla pari da Bper, che finora qui non era proprio presente, e da Monte dei Paschi, con una ventina di filiali a testa.

La rappresentazione plastica di questa nuova realtà saranno le due sedi storiche che si fronteggeranno nel cuore del centro: in via Roma, sopra e sotto i Portici, il palazzo di Intesa-Carifi, cinquanta metri più in là, all’angolo del Corso, quello ex Etruria ed ex Ubi che diventa il regno di Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Un altro mondo rispetto a quello che abbiamo conosciuto.