Specchi e ulivi, l’evento ai tempi della guerra

La pianta della pace domina al Palaffari e nelle piazze del centro: che sabato sera si accenderà fino a tardi tra musica e cocktail vip

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La pianta della pace. E insieme quella dalle radici tanto forti da rispecchiare una resistenza ad oltranza. E’ l’expo ai tempi della guerra. Riemerge dalla pandemia per ritrovarsi faccia a faccia con un’altra frattura, la guerra, ancora più traumatica: sul piano umano ma anche su quello economico.

Quindi? Due le mosse che prendono la cronaca e la eleggono a convitato di pietra, anzi di legno. La prima è legata all’allestimento interno ad Arezzo Fiere, ai quattro padiglioni destinati all’evento. Un trionfo di specchi ed ulivi, studiato dall’art director della mostra, e della città, Beppe Angiolini, stilista di livello internazionale. "Gli ulivi sono una pianta carica di significato, soprattutto in Toscana: rappresentano la pace, la produttività attraverso l’olio, la longevità di fronte alle evenienze della vita". E gli specchi? "Rimandano dalla realtà all’immagine, gli ulivi siamo noi allo specchio". Dettagli ma che fanno il mosaico. L’idea è semplice: trasmettere a chi arriva, anche da lontano, anche da Paesi travagliati, un’atmosfera che coniughi la realtà con il gioiello. E il legno è da sempre uno dei materiali base che arricchiscono la mostra.

Che nasce e cresce nel Centro Affari, in una quattro giorni a tutto fuoco, proprio sul piano degli accordi commerciali. Ma prova a proiettarsi in città. Un altro specchio? No, semmai taxi e bus navetta. E una notte speciale ritagliata apposta per coinvolgere tutti nella festa

La notte di sabato, o meglio la "Gold Night". La notte che segue all’inaugurazione della mattina. In serata gli operatori e gli altri protagonisti si trasferiranno armi e bagagli di un paio di chilometri, nel cuore del centro.

Un centro chiuso al traffico, in un’isola pedonale gigante tipica di tutti i weekend aretini ma che stavolta diventa anche lei a diciotto carati.

In mezzo il tentativo di offrire di Arezzo il suo volto migliore. Un percorso, un percorso fatto di musica, cocktail e solidarietà. La musica che cinque gruppi suoneranno negli angoli strategici: la San Francesco de "La vita è bella", la piazza Grande della nuova movida, e ancora Sant’Agostino, San Jacopo, San Michele. Jazz e blues su tutto, con i locali aperti ad oltranza. Intorno i negozi aperti fino alle 21 o fino a quando i titolari scommetteranno sugli orafi in arrivo. La solidarietà del tandem con "Save the children", offerte a volontà, basta inquadrare il Qr code che campeggia sui manifesti della serata: il ricavato andrà interamente ai bambini ucraini. E infine il cocktail dal sapore vip: in piazza Grande, che dalle 21 diventerà il centro di gravità della notte d’oro.

Con i bicchieri ad intrecciarsi sul mattonato e un dj set dalla terrazza di Fraternita, guidato da un big ancora a sorpresa. La stessa Fraternita, uno dei grandi palazzi storici aretini, dove ai primi di giugno sarà inaugurato il Museo dell’Oro. E tutto torna, in un’acrobatica chiusura del cerchio.

A.P.